Marcia su Roma e dintorni è un libro che tutti dovremmo leggere o rileggere.
E non solo per gli ultimi fatti di cronaca e perché il fascismo sta pericolosamente tornando di moda.
Lussu lo scrive di getto, nell’esilio che si è guadagnato con la fuga dal confino di Lipari. È un libro d’occasione, si potrebbe dire: redatto nell’urgenza di eventi tragici e indotto dal bisogno di riflettere per continuare ad opporsi a una dittatura che in quel momento ha vinto.
La prima edizione esce in francese nel 1931, a Parigi, dove Lussu si è rifugiato; la seguono l’edizione italiana del 1933, ancora a Parigi, e le due edizioni inglesi, una a Londra e l’altra a New Yorki. È il libro di un esule, dunque, in continuità di pratiche e intenti con quella letteratura risorgimentale dell’esilio a cui, forse, a Lussu non sarebbe dispiaciuto essere associato. In continuità di pratiche perché anche Lussu come i patrioti italiani dell’Ottocento sente l’urgenza di scrivere per riflettere sulla sconfitta. In continuità di intenti perché il Sardinian patriot, come lo definisce il titolo dell’edizione newyorkese, sceglie di parlare a un pubblico straniero, che gli permetta di uscire dalla prospettiva angusta del fascismo italiano:
Il lettore straniero, seguendo le vicende che si sono svolte attorno ad un oppositore democratico, può farsi un’idea, a grandi linee intuitive, del fascismo, dell’antifascismo e della stessa civiltà italiana.
Ma non bisogna generalizzare. Un popolo non può essere rappresentato dai contrasti di un’ora, né la civiltà di una nazione può essere dedotta da un frammento di secolo.
Il dialogo con un lettore estraneo ai fatti è, forse, il primo elemento che affascina della scrittura di Lussu; e non solo perché rende il racconto adatto a chi a quei fatti è straniero, oggi, per distanza di tempo se non di spazio. È una scrittura che ci convoca, che chiede il giudizio, come si legge nella Prefazione del 1931:
il fascismo che io descriverò è il fascismo che ho visto sorgere, progredire, affermarsi. Molti aspetti mi sono certamente sfuggiti; ad altri ho probabilmente dato maggiore importanza. Ma questo è inevitabile a chi guarda con occhi di uomo di parte. Solo il tempo consentirà, forse, una critica meno soggettiva: oggi ciascuno di noi porta in sé non solo idee ma anche e soprattutto passioni. Noi possiamo offrire la nostra testimonianza e le nostre impressioni: agli altri, il giudizio … leggi tutto