Se l’algoritmo dei social network ti censura le opere d’arte, allora cambia spiaggia:
perché i musei di Vienna hanno deciso di aprire un account a tema nudo su OnlyFans
Non possiamo sapere con precisione quali reazioni emotive potesse suscitare la visione della Venere di Willendorf negli uomini paleolitici, circa 22mila anni fa. Però sappiamo benissimo a cosa possiamo andare incontro oggi, se pubblichiamo una fotografia della statuetta votiva di 11 centimetri su Facebook: cancellazione del post e probabile penalizzazione di “visibilità” al profilo.
E allora, ci spostiamo verso più miti lidi virtuali, avrà pensato il Naturhistorisches Museum di Vienna, uno dei più autorevoli musei al mondo nel settore delle scienze naturali che, insieme agli altri musei della città austriaca, a seguito di ripetuti e difficilmente spiegabili ban, ha deciso di iscriversi a OnlyFans, piattaforma web a pagamento fondata nel 2016 e assurta agli onori della cronaca in tempi recenti, a causa delle policy molto permissive in materia di nudo, artistico, erotico o entrambe le cose poco importa.
Perché la reazione delle persone contemporanee ai corpi iper-esposti la comprendiamo benissimo: interesse ai massimi livelli. E forse è sempre stato così, più o meno.
Non è la prima volta che i musei e il mondo della rete a luci rosse entrano in contatto. Qualche mese fa, infatti, Pornhub lanciò Classic Nudes, una guida online ai capolavori incentrati sui nudi e sui particolari piccanti di quelle opere che destarono scandalo e che ancora oggi potrebbero fare arrossire, se non fosse per l’aura normativa della storia dell’arte … leggi tutto