Hanno sfilato indossando pettorine a strisce, qualcuna con un numero appiccicato,
come le divise di stracci dei lager nazisti, aggrappati a una corda che richiamava il filo spinato. E’ la provocazione messa in scena dai No Green pass di Novara. Una macabra coreografia che ha suscitato la dura reazione della Comunità ebraica.
“È già successo in altre città italiane ma queste persone non sanno cosa è stata la Shoah. È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole”, dice al quotidiano La Stampa Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Novara e di Vercelli. “È evidente che si tratta di un problema culturale, altrimenti non vedo come sia possibile concepire cose di questo genere – sottolinea -.
Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah. A chi ha sfilato a Novara farei delle domande. Mi piacerebbe molto capire. Ecco, allora poi aggiungerei altre considerazioni. Perché nella vita non si può sempre mettersi in cattedra.
E questo vale per tutti. Prima di condannare bisogna capire, di sicuro non odiare. Però su un punto bisogna essere inflessibili: la storia, e quella delle persone, va rispettata”.