Abracadabra, evviva: un poeta ha tradotto l’Ulisse di Joyce! (pangea.news)

“Ancora oggi il realista guarda solo verso la 
realtà esteriore senza rendersi conto di esserne 
lo specchio. 

Ancora oggi l’idealista guarda solo nello specchio voltando le spalle alla realtà esteriore. L’atteggiamento conoscitivo di ambedue impedisce loro di vedere che lo specchio ha un rovescio, una faccia non riflettente, che lo pone sullo stesso piano degli elementi reali che esso riflette.” (Konrad Lorenz, da L’altra faccia dello specchio)

 “La storia, disse Stephen, è un incubo dal quale sto cercando di svegliarmi.” (James Joyce, Ulisse)

1. Abracadabra.

Leggere l’Ulisse è come guardare da troppo vicino la trama di un tessuto. Spesso a rovescio. Per poi allontanarlo. E quindi riavvicinarlo. In un continuo movimento, anche muscolare, di avanti e indietro, o meglio, di indietro in avanti. Movimento durante il quale si ha coscienza e si dà contezza dello spazio e del tempo in cui esso avviene e dei sensi in atto.

Questo processo diciamo ottico-cognitivo, incantatorio com’è proprio della sua qualità cinetica, incessantemente mettendo a fuoco e mandando fuori fuoco (offrendoci di volta in volta primi piani della fibra stessa del tessuto e campi lunghi dell’insieme dell’intreccio) ci conduce alla tutt’altro che stabilizzante condizione di trovarsi dentro e fuori dal testo contemporaneamente.

L’Ulisse è la trama di una tela vista in simultanea nel recto, nel verso, alla luce ultravioletta, a luce radente, e così via; tela che ha per telaio, che possiede per impianto portante, le due assi verticale-orizzontale delle due parole di apertura, “Stately” e “plump” (in questa traduzione “Sontuoso” e “polputo”), vale a dire l’alto/basso, il drammatico/comico, l’eroico/farsesco del sopra/sotto umano. 

Il dramma (nel senso stretto di rappresentazione seria di un avvenimento) e il comico (il suo contrario, la commedia dell’arte italiana) danno origine a una pozione che è la condizione del tragico quotidiano, quella condizione da tutti esperita dove l’antica matrice greca della ineluttabilità del destino e il moderno senso di illusorietà dell’esserci si fondono … leggi tutto

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