di Gianni Rossi
Può uno stato sovrano occidentale, democratico, con radicati valori laici e liberali decidere di uccidere uno dei 3 esponenti governativi più in vista e massimo vertice militare di un altro stato sovrano mediorientale, teocratico, con forme di democrazia flebili e contestate?
L’omicidio del generale iraniano Suleimani in Iraq (altra nazione indipendente, anche se “a libertà limitata” da USA, NATO e iraniani), è un atto di Terrorismo di stato, non un’azione di guerra formale né un’operazione di polizia internazionale decisa tra nazioni alleate.
Il Diritto internazionale è stato stracciato con un semplice click remoto via Web.
Le istituzioni internazionali, a salvaguardia della pace, della cooperazione mondiale e del rispetto delle Carte universali sono state svillaneggiate. Anche la parola data, le rassicurazioni, comunicate pubblicamente da Trump appena ad inizio anno, sono state cancellate. Le isolate ed autorevoli voci di pace e dialogo sono state oltraggiate.
Nessuno potrà più fidarsi delle promesse e degli accordi non solo di Trump, ma anche degli altri leader occidentali, specie in tema di conflitti e di situazioni di criticità. Sembra essere ritornati al settembre del 1938, quando Hitler truffava i leader democratici, l’inglese Chamberlain e il francese Daladier, con il “farlocco accordo” di coesistenza pacifica di Monaco. Solo Churchill capì come si sarebbe evoluto lo scenario internazionale. E rimase famosa la sua invettiva lanciata in una drammatica seduta della Camera dei Comuni, nella quale profetizzò: “Dovevate scegliere tra la guerra ed il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra” … leggi tutto