di Antonio Maria Mira
I braccianti immigrati reagirono contro lo sfruttamento e la violenza della ’ndrangheta, dei caporali e degli imprenditori fuori legge. Ma cambiare le cose sembra impossibile
Un ragazzo africano cammina lentamente con una busta di plastica in mano. Si ferma davanti a un cassonetto dei rifiuti. Rovista all’interno e tira fuori della frutta mezza marcia che infila nella busta. Bartolo ferma l’auto. Scende. «Hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare?». E tira fuori dal baule pasta, riso, latte, biscotti. Il ragazzo lo guarda prima stupito ma poi gli occhi si illuminano. «Grazie papà. Buona giornata».
Comincia così, poco dopo l’alba, la nostra giornata del ricordo. È il decennale della rivolta di Rosarno quando il 7 gennaio 2010 i braccianti immigrati reagirono contro lo sfruttamento e la violenza della ’ndrangheta, dei caporali e degli imprenditori fuori legge.
Allora eravamo qui e ci accompagnava proprio Bartolo Mercuri, “Papà Africa”, presidente dell’associazione “Il Cenacolo”, che da vent’anni è al fianco dei poveri e degli abbandonati, immigrati e italiani, soprattutto i più nascosti … leggi tutto