Continuano in Francia gli scioperi di diverse categorie contro la riforma delle pensioni. Sindacati e governo restano lontani da un accordo e la protesta dimostra che riformare la giungla di quel sistema pensionistico è tanto necessario quanto complicato.
Quando la Francia scende in piazza
Da due settimane – la data delle prime manifestazioni contro la riforma pensionistica di Emmanuel Macron è il 5 dicembre – la Francia non trova pace. I sindacati rimangono sul piede di guerra mentre gli scioperi delle categorie di lavoratori interessate, in particolare quelli della Sncf, la compagnia ferroviaria francese, e della Ratp, che gestisce il trasporto pubblico di Parigi e dei suoi territori limitrofi, paralizzano il paese.
Gli scioperi arrivano dopo un anno di tensioni tra Macron e i rappresentanti dei gilet gialli. Ma mentre quello è un movimento apartitico e con una lista di domande tanto lunga quanto dispersiva, il fermento delle ultime settimane identifica chiaramente i duellanti: da una parte i più grandi sindacati francesi, dall’altro l’ambizioso presidente e il governo del Primo ministro Edouard Philippe.
Le pensioni sono una cosa seria, specialmente per la Francia, che ci spende il 14 per cento del Pil, medaglia di bronzo nell’Ocse dopo Italia e Grecia … leggi tutto