L’intervento di Fabio Lanza su Sinosfere su quanto sta accadendo a Hong Kong dal giugno scorso, ha il grande merito di allargare il campo:
al di là dei limiti che da sinistra si segnalano su alcune caratteristiche della protesta – ripiegamento sul localismo, richiesta di aiuto a Washington e Londra, tutte contraddizioni che in forme diverse si ritrovano anche all’interno di altre mobilitazioni che hanno tenuto banco e sotto scacco gli apparati repressivi degli Stati nazionali per molto tempo, si pensi ai gilet jaunes o alla Catalogna – Lanza segnala che le proteste di Hong Kong riflettono “in maniera polisemica e complessa, una crisi all’interno del capitalismo, nello specifico l’esplosione della tensione fra, da un lato, affermazioni di soggettività politica e desiderio di partecipazione e, dall’altro, un sistema che reprime sistematicamente queste aspirazioni in nome della libertà di mercato”.
Proviamo allora ad aumentare la distanza temporale e proiettarci nel futuro (che è già presente). Bisogna farlo, perché a Hong Kong la protesta ha assunto caratteristiche peculiari anche e soprattutto per strada, cioè nell’azione diretta, e ha visto come protagonisti per lo più studenti o giovanissimi.
E ha indicato attraversamenti politici che ci riguardano eccome … leggi tutto