di Gregorio Dimonopoli
Come tirare la volata elettorale alla Lega
Non bastava l’uscita del vacuo segretario del PD, Nicola Zingaretti, che con un improvvido tempismo sabato scorso ha annunciato la fine (lui dice trasformazione) del suo partito a sole due settimane dal voro il Emilia-Romagna e in Calabria.
Lo stesso giornale che aveva pubblicato ben due pagine d’intervista alla volpe di cui sopra ieri ha aperto con il titolo che vedete. Povero Stefano Bonaccini. A questo punto è ancora più chiaro il perché il candidato abbia schivato il più possibile le passerelle di “politici” romani. Ma con quest’uscita c’è ormai ben poco da stare tranquilli.
Davvero una vera pacchia per la sua insignificante avversaria. Un assist degno del miglior Tafazzi, soprattutto a favore delle testate di destra che infatti oggi si ammantano di una profonda – quanto ipocrita – indignazione. Pensare che un certo Vittorio Feltri si sia rivolto all’Ordine dei Giornalisti perché prenda dei provvedimenti verso il direttore responsabile di Repubblica farebbe ridere se purtroppo invece la faccenda non fosse maledettamente seria.
Sono molto contento di aver abbandonato la lettura di quest’ormai triste quotidiano. L’ansiogena voglia editoriale di credersi timonieri di ciò che possa essere il centrosinistra, o qualcosa di simile, produce guai.
Le dee illuminate da astio ridicolo, Giannini e Mauro, continuano ad affossare una lettura delle complessità, avallati dal peggior direttore responsabile mai visto in quella testata.
Che tristezza.