Ci sono due specie di testardi: quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutto.
Tra gli effetti collaterali della pandemia, si registra la nascita della «Commissione dubbio e precauzione». Bene. Ne fanno parte, tra gli altri, il giurista Ugo Mattei, i filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, il mediologo Carlo Freccero, l’autoproclamato primate metropolita ortodosso Alessandro Meluzzi, quello dei talk. Ecco le precauzioni: «Gli avversari che abbiamo di fronte non sono spiritualmente, moralmente e intellettualmente vivi. Sono dei morti».
Ok, tutto a posto, non servono precauzioni. E i dubbi?
Con i vaccini si starebbe facendo «una sperimentazione mondiale, con molti pazienti che rischiano di finire nell’Ade». La vaccinazione sarebbe «legata al desiderio dell’alta finanza di accelerare il movimento verso l’euro digitale e la moneta mondiale». E via di questo passo, senza ombra di dubbio.
La libertà (anche di pensiero) non è mai a disposizione, bisogna disporsi verso di essa sapendo che non esiste quella assoluta; per questo è necessario darsi limiti, tracciare confini, eleggere mete, personali e comuni. Per il bene di tutti.
Il vero dubitatore si strugge con il solo scopo di cercare il vero, il negatore invece vive per una cattiva causa.
O anche, come direbbe Celentano, per 125 milioni di caz…te.