di Marco Nurra
Negli ultimi cinque anni, specialmente in seguito all’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, la parola “bot”, riferita ai profili automatizzati sui social network, ha guadagnato sempre più spazio nella cronaca, soprattutto quella politica.
E il suo uso è stato assimilato dall’opinione pubblica, inevitabilmente, con una forte connotazione negativa.
Non sempre, però, questo termine è utilizzato correttamente, spesso alcuni commentatori lo usano a sproposito. First Draft, non-profit che si occupa di informazione e verificazione dei fatti nell’era digitale, fa chiarezza con un report sull’argomento, perché quando si parla di propaganda e disinformazione online è importante partire da definizioni chiare e precise.
Stefano Cresci, ricercatore dell’Istituto di informatica e telematica del CNR di Pisa, spiega che i “bot” sono profili totalmente automatizzati. Se invece parliamo di profili falsi usati da persone che vogliono nascondere la propria identità e le proprie intenzioni è meglio utilizzare il termine “troll” … leggi tutto