Ormai anche il fatto che l’ex ministro degli affari interni si metta a citofonare ad un privato cittadino e gli chieda se è uno spacciatore, circondato da energumeni, citando come fonti le voci di quartiere e circondato da telecamere passa in questo sempre più sfortunato paese come una gesto quasi goliardico.
I giornalisti ci ridono, lo derubricano a colore, qualcuno parla di razzismo per il fatto che a chi risponde al citofono venga chiesto se sono tunisini. E sono tunisini.
Con questo ennesimo inqualificabile comportamento l’ex ministro che avrebbe dovuto tutelare sotto ogni aspetto, privacy inclusa, chi vive in questo paese e che si candida a comandare questo paese, si comporta come il peggiore dei balordi che vivono nelle nostre città.
Fa una specie di scherzo al citofono – gag che faceva parte del repertorio comico di alcuni decenni fa – palesa una evidente istigazione al razzismo, prende come fonte il chiacchiericcio di quartiere e tenta, penosamente, di trasformare tutto questo in campagna elettorale … leggi tutto
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