di A.D.P./E.G.
Italia e Francia forniscono velivoli al governo militare del Myanmar
che a febbraio festeggerà il suo primo anno al potere con un bilancio di vittime che già ora supera i cento morti al mese nelle file dell’opposizione e scontri che in quantità superano persino quelli dell’Afghanistan
Continua la saga che coinvolge l’Italia e il Myanmar. Questa volta per una sospetta violazione dell’embargo europeo in forza contro i generali golpisti che hanno rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, uscita vittoriosa alle elezioni del novembre scorso.
Italia e Francia forniscono velivoli alla giunta golpista birmana, che a febbraio festeggerà il suo primo anno al potere con un bilancio di vittime che già ora supera i cento morti al mese nelle file dell’opposizione e scontri che in quantità superano persino quelli dell’Afghanistan.
Lo denunciano 4 organizzazioni della società civile italiana che già avevano sollevato il caso delle pallottole Cheddite ritrovate nei teatri della repressione birmana: si tratta ora di un ATR-72 600, prodotti in Francia da ATR – joint venture tra la francese Airbus e l’azienda statale italiana Leonardo Corporation – e di un Eurocopter (prodotto ancora da Airbus).
Il primo della lista, l’ATR-72 600 co-prodotto dall’ex Finmeccanica, è un aereo molto versatile che può trasportare fino a 78 persone a 510 Km/h, promosso dalla ATR come un velivolo bimotore e bielica «adatto a tutti i modelli di business e a tutte le regioni del mondo, in qualsiasi tipo di condizione (freddo, caldo, piste ad alta quota, ambienti difficili) e ad un’ampia gamma di aeroporti (non asfaltati, con piste corte o strette, da avvicinamento ripido)».
Un documento militare birmano riservato del 2018, reso noto da Justice for Myanmar, rivela cosa possono farci le forze armate e illustra la conversione degli ATR-72 «per trasporto truppe e container», con foto che ne mostrano le caratteristiche.
Anche se non è detto che ora l’utilizzo sia per forza militare, quand’anche non lo fosse e fosse solo per trasporto passeggeri, il solo fatto che tale fornitura sia nelle mani della giunta è di per se grave: Italia-Birmania insieme, Amnesty International, Rete italiana Pace e Disarmo e Atlante delle Guerre ricordano che nei confronti del Myanmar è tuttora in vigore l’embargo stabilito nel 1996 dalla Ue su “armi e munizioni”.
Embargo che comprende anche “parti di ricambio, riparazioni, manutenzione e il trasferimento di tecnologia militare” e, dal 26 aprile 2018, include anche “il divieto di esportazione di beni a duplice uso per gli utenti finali militari e della Polizia di frontiera (e) restrizioni all’esportazione di apparecchiature per il monitoraggio delle comunicazioni che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna,l’addestramento militare e la cooperazione militare”.
Tornando alla giunta birmana c’è anche il caso dell’elicottero medio-leggero Eurocopter dei francesi di Airbus, in dotazione anche all’esercito Usa.
Anche in questo caso, almeno in linea teorica, nulla impedisce ai golpisti di convertirlo a scopo militare dotandolo dei sistemi d’arma a controllo remoto (Rcws) per far operare le mitragliatrici in modo robotizzato – installabili su veicoli, navi, edifici e velivoli – che la giunta ha acquistato nel luglio 2021 dalla Bharat Electronics, azienda di armamenti in mano al governo di Delhi, da 3 anni in partnership d’affari con la Elettronica SpA (colosso romano nel comparto della guerra elettronica) … leggi tutto