Storie che spezzano il cuore.
Arrivano dall’Afghanistan e raccontano di bambine e bambini che pagano il prezzo più alto in un paese ridotto allo stremo.
A quattro mesi dalla presa di Kabul dei talebani, l’Afghanistan sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie a livello mondiale.
Un paese distrutto dal punto di vista economico e sociale dove l’inflazione è alle stelle e i beni di prima necessità scarseggiano, i servizi minimi non sono garantiti, i dipendenti non vengono retribuiti per mesi e le casse dello Stato sono vuote.
Lo scorso ottobre l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) aveva lanciato in un rapporto l’allarme su quello che sarebbe successo a partire da dicembre: con l’arrivo dell’inverno il 55 per cento della popolazione – circa 22,8 milioni di persone – si sarebbe trovato ad affrontare pesantissime carenze alimentari, con un incremento, rispetto all’anno precedente, del 35 per cento.
3,2 milioni di bambine e bambini al di sotto dei cinque anni stanno soffrendo di malnutrizione acuta. Con l’abbassamento delle temperature un milione rischia di perdere la vita.
Si tratta del numero più alto di persone con grave insicurezza alimentare mai registrato nei dieci anni in cui le Nazioni Unite hanno iniziato a monitorare la situazione in Afghanistan.
L’impatto determinato dalla combinazione di siccità, conflitti, sfollamenti, COVID-19 e crisi economica ha gravemente colpito la vita, i mezzi di sussistenza e l’accesso delle persone al cibo.
Di fondamentale importanza – se non vitale, per un paese che dipende in larga parte da finanziamenti e aiuti provenienti dall’estero – sono gli interventi umanitari per soddisfare i bisogni alimentari essenziali e prevenire una catastrofe umanitaria anche nelle aree urbane che per la prima volta, a causa della disoccupazione dilagante e della mancanza di liquidità, si trovano ad affrontare livelli di insicurezza alimentare simili a quelli delle comunità rurali dove l’impatto di una seconda siccità in quattro anni ha inciso sui mezzi di sussistenza di 7,3 milioni di persone che sopravvivono grazie all’agricoltura e all’allevamento.
«È urgente intervenire in modo efficiente ed efficace per accelerare e aumentare le nostre consegne in Afghanistan prima che l’inverno blocchi gran parte del paese, con milioni di persone – inclusi agricoltori, donne, bambini piccoli e anziani – che soffrono la fame nel gelo dell’inverno. È una questione di vita o di morte. Non possiamo aspettare e assistere ai disastri umanitari: è inaccettabile!» aveva detto due mesi fa Qu Dongyu, Direttore Generale della FAO.
«L’Afghanistan sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie del mondo, se non la peggiore, e la sicurezza alimentare è quasi crollata. Quest’inverno, milioni di afghani saranno costretti a scegliere tra migrazione e fame, a meno che non si intensifichino i nostri aiuti e l’economia non si rianimi.
È iniziato il conto alla rovescia di una catastrofe e se non agiamo ora ci scoppierà un disastro totale tra le mani», aveva aggiunto David Beasley, Direttore Esecutivo del Programma alimentare mondiale (WFP) … leggi tutto