di Roberto Brunelli
Storie di persone comuni precipitate, per mille motivi diversi, nel vortice degli orrori del Terzo Reich. Deportati politici, le cui esistenze servono oggi a ricomporre il quadro più largo dello sterminio nazista
“Abbiamo incontrato anche anime generosissime. Dio benedica costoro e tutti i buoni, perdoni i cattivi e i tristi”. È l’ultima lettera di Renato Dalla Palma, poco più che ventenne, scritta pochi giorni prima di essere deportato al lager di Mauthausen nel febbraio 1945, e da lì al sottocampo di Gusen, chiamato “l’inferno degli inferni”, dove morì in modo atroce neanche un mese dopo, probabilmente nella rete di gallerie sotterranee trasformate dalle SS in una sorta di immensa fabbrica di guerra lontana dalla luce del sole.
Partigiano cattolico, era stato arrestato dalla polizia tedesca in seguito ad una delazione. Uno dei tanti, tantissimi, italiani finiti nei campi di concentramento nazisti. Almeno 27 mila deportati ‘politici’, più circa 8000 ebrei, finiti dall’Italia nel sistema dei lager gestiti dalle SS … leggi tutto