Transizione ecologica e libertà d’investire nel futuro dell’Europa (ilsole24ore.com)

di Laurence Tubiana

Dopo aver fatto tanto per elevare il dibattito 
globale sul clima, 

l’Unione europea sta per affrontare un anno di dure e protratte tensioni politiche per dare una forma concreta alle proprie ambizioni in materia.

Lo scorso 14 luglio la Commissione europea ha svelato una delle più importanti risposte in termini di politica ambientale dall’accordo di Parigi del 2015. Il piano della Commissione “Fit for 55” offre un modello ambizioso per la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050.

Il Green deal della Ue è una risposta alle richieste avanzate dagli elettori nelle ultime elezioni europee. Va dato atto alla Commissione di essere riuscita a mobilitare gli esperti legislativi e i tecnocrati in tempi più rapidi di qualsiasi altra istituzione al mondo. E, siccome il Green deal dell’Ue delineerà la politica economica nel mercato unico più grande del mondo, avrà il potenziale di definire delle norme a livello globale, delineando i contorni dell’economia del futuro con impatto zero sull’ambiente.

L’Ue ha esercitato questo tipo di soft power per anni in ambiti come le emissioni degli autoveicoli, l’efficienza energetica degli elettrodomestici e molte altre aree. Mentre il Green deal prende forma, questo “effetto Bruxelles” potrebbe credibilmente contagiare altri ambiti come gli standard dei veicoli elettrici, con il risultato di spingere il mondo intero ad abbandonare i motori a combustione, in parallelo alla loro prevista uscita dal mercato europeo entro il 2035.

Il pacchetto “Fit for 55” è concreto a ha copertura finanziaria, per lo meno nelle sue fasi iniziali. Insieme al target dell’Ue di raggiungimento del 40% di utilizzo delle energie rinnovabili all’interno del suo mix energetico entro il 2030, gli obiettivi in materia di emissioni inclusi nel piano mandano un chiaro segnale alle altre economie avanzate affinché pensino più in grande e siano più ambiziose.

I diplomatici europei brillano nell’incoraggiare le altre potenze ad accrescere le proprie aspirazioni in materia di clima. In questo senso, il Green deal sarà un test importante per l’Europa. Con le tensioni tra America e Cina in fase acuta, rimane da vedere quale sarà il ruolo dell’Europa nella prossima fase della diplomazia sul clima.

Molto dipenderà dalla capacità che avrà di parlare con un’unica voce, invece di dipendere dai legami commerciali e bilaterali già esistenti tra i suoi Stati membri. Per usare il suo peso a livello mondiale, l’Europa deve agire come un blocco. Ma riuscirà a farlo?

Per i primi sei mesi del 2022, la Francia avrà la presidenza del Consiglio europeo. Tra i principali compiti di Parigi ci sarà quello di promuovere il pacchetto “Fit for 55” a livello nazionale e tra gli Stati membri. La Francia dovrà aiutare a raggiungere i target della Commissione all’interno di un’ampia gamma di contesti politici nazionali … leggi tutto

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