Gas, serve raddoppiare l’estrazione per abbattere i rincari (ilsole24ore.com)

di Laura Serafini

Per avere un effetto significativo sui prezzi 
la produzione dovrebbe raddoppiare rispetto ai 
volumi attuali, da 4,4 ad almeno 8 miliardi di 
metri cubi all'anno

Si fa presto a dire aumentiamo la produzione di gas in Italia per tamponare l’impennata dei costi dell’energia elettrica. Per avere un effetto significativo sui prezzi la produzione dovrebbe raddoppiare rispetto ai volumi attuali, da 4,4 ad almeno 8 miliardi di metri cubi all’anno.

E dunque allinearsi all’impatto che hanno avuto le forniture di gas del gasdotto Tap. Sommando le due fonti di approvvigionamento, una produzione che supera gli 8 miliardi e il Tap con altri 8 miliardi si arriverebbe a 16 miliardi di metri cubi su un fabbisogno nazionale annuo di oltre 70 miliardi, ripristinando l’equilibrio che c’era fino a 15-20 anni fa, quando la produzione interna era pari a 16 miliardi di metri cubi l’anno.

Dove trovare i mezzi per raddoppiare la produzione? I giacimenti sinora sfruttati sono maturi e ogni riducono la capacità produttiva. La strada da percorrere resta sfruttare i giacimenti nuovi scoperti oltre 10 ann fa i e mai utilizzati, perché negli ultimi anni le leggi hanno progressivamente vietato o fortemente limitato queste attività. Oppure accelerare i pochi progetti che sono andati avanti.

Dei 4,4 miliardi di metri cubi oggi prodotti, 3 miliardi fanno capo all’Eni. Il gruppo petrolifero ha individuato nell’alto Adriatico un giacimento da 40 miliardi di metri cubi, con una potenzialità di 2 – 2,5 miliardi di metri cubi l’anno. Nel canale di Sicilia il gruppo sta lavorando su un altro giacimento che può fruttare 1-1,5 miliardi di metri cubi e secondo le stime degli esperti avrebbe una capacità complessiva di 10 miliardi di metri cubi.

Le norme esistenti vietano attività estrattive ed esplorativa in tutto l’alto Adriatico, senza fare distinzioni tra petrolio e gas. Altre norme vietano le stesse attività, salvo la produzione in giacimenti esistenti, entro le 12 miglia dalle coste italiane. Mettere in esercizio queste due riserve da solo basterebbe a raggiungere l’obiettivo.

Ma non è facile: la resistenza delle comunità locali a consentire iniziative nell’alto Adriatico è forte, per il timore di creare instabilità nel sottosuolo. Peccato che dall’altra parte del mare non ci si faccia scrupoli a estrarre il gas. Senza contare il fatto che gli uffici ministeriali predisposti ad autorizzare e controllare queste attività sono stati smantellati nel tempo.

Servirebbe un forte e chiaro indirizzo politico per varare una deroga alle attività estrattive limitandole al gas e autorizzando caso per caso. Ammesso e non concesso che arrivasse rapidamente un’autorizzazione in questo senso, sviluppare un progetto per l’estrazione nell’alto Adriatico richiederebbe tra 12 e 18 mesi, con un investimento di 2 miliardi di euro.

Non ci sarebbe bisogno dell’impegno economico delle imprese energivore o del settore della ceramica, perché le aziende dell’oil &gas questi progetti sono in grado di finanziarli con proprie risorse. Il percorso per il giacimento siciliano sarebbe più semplice, perché lì il progetto sta andando avanti, seppure a rilento … leggi tutto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *