di Margherita Montanari
I RIBELLI DEL VACCINO
L’allarme: «Situazione mai vista, gente senza preparazione che dice ai medici che medicine vuole. Chi non si vaccina gioca alla roulette russa»
No vax incalliti che, pur malati di Covid-19, in alcuni casi in condizioni molto critiche, vogliono «dettare» loro le terapie al personale medico, a volte rifiutano quelle proposte, con esiti anche drammatici. Una fotografia delle casistiche arriva dall’Ausl di Bologna nel bilancio del direttore generale Paolo Bordon.
«Ci dicono loro cosa fare»
Tra i non vaccinati che si ammalano di Covid-19 «ci sono casi di tutti i tipi – ha spiegato Bordon – Gente che si è rifiutata di ricevere il trattamento a domicilio ed è deceduta. È successo una settimana fa. Ci sono poi persone che si presentano dai nostri medici di medicina generale dando loro l’indicazione dei farmaci che devono essere prescritti».
Ci sono anche persone che arrivano in ospedale dove pensano «di dare loro indicazioni cliniche ai nostri sanitari sui trattamenti, con la preoccupazione che se messi in terapia intensiva possano ricevere chissà quali farmaci o vaccini». «Questa – dice con rammarico il dirigente sanitario – è una fase che non si era mai vista, dove gente senza nessuna preparazione si permette di dare indicazioni ai nostri operatori. Una fase che si commenta da sé».
Circolazione senza precedenti a Bologna
A Bologna e provincia «il livello di circolazione del Covid è senza precedenti»- con un’incidenza da «zona più che rossa, 558 su 100.000 abitanti, 7.576 persone con la malattia in corso e più o meno altrettante in quarantena, numeri doppi rispetto a un anno fa»-, eppure il numero dei ricoveri è sostanzialmente stabile in questi giorni e più che dimezzato rispetto a un anno fa, con 355 persone in ospedale contro le 730 che si registravano alla fine del 2020.
Numeri che, secondo il direttore generale dell’Ausl bolognese, Paolo Bordon, e il direttore sanitario Lorenzo Roti, si spiegano con una parola sola: vaccino.
La differenza del vaccino e la roulette russa dei no vax
Oggi, dettaglia Bordon, «ci sono 355 ricoverati in tutto, di cui 188 in degenza ordinaria, 120 in bassa intensità e 47 in terapia intensiva (33) o semi-intensiva (14). Un anno fa erano 730, di cui 113 in terapia intensiva o semi-intensiva, e non c’era un numero così elevato di contagi».
La differenza, chiosa, «sta nel vaccino», come dimostra il fatto che «circa il 75% dei ricoverati in terapia intensiva o semi-intensiva sono persone non vaccinate». E visto quanto circola ora il virus, avverte il dirigente dell’Ausl, «per i non vaccinati c’è il rischio, anzi la quasi certezza, di contagiarsi, ed è un rischio che non vale la pena correre».
A titolo d’esempio, Bordon cita quanto sta accadendo al Sant’Orsola, dove «tre persone di età inferiore ai 70 anni sono in condizioni così gravi da dover ricorrere all’Ecmo, un sistema di ossigenazione extracorporeo molto impattante e invasivo, perché la sola intubazione non sarebbe sufficiente … leggi tutto