Miracolo a Milano. I poveri disturbano (ancora) (doppiozero.com)

di Gabriele Gimmelli

“Sono pessimista ma me ne dimentico sempre”

(da una lettera di Cesare Zavattini a Franco Maria Ricci, 12 ottobre 1967)

In principio fu Antonio de Curtis. È a lui che Cesare Zavattini propone nel 1940 il primo soggetto di quello che sarebbe diventato, dieci anni più tardi e con la regia di Vittorio De Sica, Miracolo a Milano. Fervido ammiratore dell’attore napoletano, a 38 anni il vulcanico Za è in piena eruzione, con uno spettro di attività che va dalla letteratura ai periodici illustrati, dal fumetto al cinema.

Il soggetto, intitolato Totò il buono e firmato a quattro mani con lo stesso Totò, viene pubblicato il 25 settembre sulla rivista “Cinema” (per onor di cronaca, va detto che il testo è opera del solo Za, che qua e là si serve di qualche spunto surreale suggerito dall’attore). Tuttavia l’aristocratico de Curtis, ancora incerto sulla propria carriera cinematografica e tutto preso dai successi teatrali, dopo aver rinunciato a ogni diritto di paternità sul soggetto, ben presto si disinteressa del film.

Il più milanese dei film italiani nasce insomma dal più grande comico partenopeo. E non è il solo paradosso di un’opera che ha in sé molte anime e una certa vocazione maudit. Talmente maudit che anche il settantesimo anniversario della sua uscita (avvenuta l’8 febbraio 1951 al milanesissimo cinema Odeon) avrebbe rischiato di finire inghiottito dalla pandemia, se non fosse stato per la caparbietà di Gianni Biondillo, architetto e scrittore, e di Sergio Seghetti, bibliotecario.

Insieme, nel settembre 2020 erano riusciti un po’ rocambolescamente a mettere in piedi una proiezione del film di De Sica “all’aperto, distanziati, con la mascherina e tutti gli accorgimenti del caso, assieme a un manipolo di cinefili e di abitanti del quartiere, stretti nei giubbotti in un’aria frizzantina che già annunciava un autunno rigido”.

Oggi, a distanza di un anno, con la collaborazione dell’agenzia di sviluppo immobiliare EuroMilano e del Sistema Bibliotecario milanese, Biondillo ha potuto dare corpo a un bel volume collettivo dal titolo programmatico: Miracolo a Milano. Un omaggio a un film e a una città, da qualche tempo disponibile gratuitamente anche in PDF sul sito web delle Biblioteche Milanesi insieme a molto altro materiale, fra cui vale la pena segnalare la versione aggiornata e in formato eBook del volume di Maria Carla Cassarini Miracolo a Milano. Storia e preistoria di un film, apparso per la prima volta nel 1999.

Grazie alle molte voci convocate per l’occasione (Paolo Mereghetti, Giovanna Rosa, Valentina Fortichiari, Luca Crovi, Gualtiero De Santi, giusto per limitarsi alle più note), il volume curato da Biondillo permette di ricostruire la vicenda del film di De Sica da molteplici angolazioni, di volta in volta storiche, cinematografiche, letterarie, urbanistiche.

Il film, come si diceva, ha una gestazione lunga e travagliata. Forse sperando ancora di poter contare sulla presenza di de Curtis, Zavattini dapprima trasforma il soggetto di Totò il buono in un racconto a puntate per il rotocalco “Tempo” e poi in un libro con lo stesso titolo che vede la luce nel 1943 per l’editore Bompiani, corredato dalle illustrazioni di Mino Maccari.

La trama di questo “Romanzo per ragazzi (che possono leggere anche gli adulti)” (un sottotitolo coniato dal Conte Valentino in persona) è già molto vicina a quella di Miracolo a Milano. Con apparente noncuranza, Zavattini mescola Campanile e Bontempelli, satira sociale e tentazioni misticheggianti, le vignette di Mondaini e Steinberg (apparse su quel “Bertoldo” che proprio Za contribuì a fondare) e lo slapstick di René Clair e Charlie Chaplin … leggi tutto

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