Intervista di Mario Aiello, "Il Messaggero", 02 gennaio 2022
“C’è spazio per un nuovo centro, la sfida è andare alle urne nel 2023“. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi a Il Messaggero.
“Draghi presidente e Franco a Palazzo Chigi? Non vedo questo scenario.” E ancora: “Letta ondivago sul Colle così rischia l’isolamento”.
Senatore Renzi, come valuta l’intervento di fine anno del Presidente Mattarella?
“Mi è piaciuto: credibile, come tutto il settennato del resto. Sono orgoglioso di avere nel 2021 cambiato le sorti del Paese mandando a cosa Conte e provocando l’arrivo di Draghi. Allo stesso modo sono orgoglioso di aver contribuito nel 2015 alla scelta di Mattarella. Ho pagato nei prezzo altissimo per queste decisioni ma tutti riconoscono che sono state scelte giuste per il bene del Paese. Le rifarei anche oggi”.
Mattarella ha chiuso definitivamente al bis?
“Non ha proprio mai aperto all’ipotesi. Chi lo conosce sa che non ha mai preso in considerazione la rielezione. Le veline sul bis provenivano da qualche suo collaboratore e da qualche parlamentare. Ma non è mai esistita questa possibilità.”
Secondo alcuni osservatori, Mattarella dicendo che serve unità e elogiando la governabilità avrebbe a modo suo tirato la volata a Draghi per il Colle. è così?
“Per le stesse ragioni che lei indica, potremmo sostenere anche la tesi opposta, e cioè che l’elogio della governabilità presupponga il mantenimento dell’esecutivo. Questa duplice lettura della realtà è molto pirandelliana, alla “Così è se vi pare” direi.
Ma la verità è che Mattarella non è Pirandello. Ha detto una cosa chiara su ciò che è successo nel 2021 quando l’arrivo di Draghi al posto di Conte ha cambiato il clima nel Paese, Ma non ha ipotecato il 2022. Un presidente della Repubblica non interviene sulla scelta del suo successore. Non lo farà Mattarella, ma sono testimone del fatto che non lo ha fatto neanche Napolitano. Le istituzioni sono una cosa seria, gli uscenti non tirano la volata.
Nasce l’area di centro Renzi-Toti. Su chi punterete per il Quirinale?
“A destra ci sono i sovranisti di Salvini e Meloni. A sinistra il PD insegue la piazza di Landini e il populismo grillino. Ovvio dunque che ci sia uno spazio centrale, distinto e distante da questa destra e da questa sinistra. Siamo pronti a parlarne anche in Parlamento sapendo che la vera sfida è garantire che la legislatura non abbia contraccolpi dal passaggio del Quirinale e si voti regolarmente nel 2023. Ma la sfida vera, poi, è nel Paese. Per me oltre il 10% degli italiani non vuole vivere sovranista e non vuole vivere grillino. Vedremo come dare rappresentanza a questo mondo.”
Berlusconi è una candidatura vera o no? E lei lo appoggerà?
“Non entro nel totonomi. Di nomi parlerò nelle aule istituzionali. Lì si vedrà se il centrodestra ha una strategia o no. Per adesso non si capisce”.
Le attribuiscono questo schema: Draghi al colle e Franceschini premier. Verità o fantapolitica?
“Mi attribuiscono di tutto. Non condivido l’idea che Draghi sia arrivato a Chigi per un fallimento della politica. Draghi è stato il capolavoro di una battaglia politica che Italia Viva per prima ha combattuto a viso aperto. Accadrà anche nel 2022. C’è chi in nome del trionfo fuori ignora che Draghi non è arrivato sospinto dall’opinione pubblica (che peraltro tifava per Conte a Chigi) ma di una coraggiosa scelta della poltiica. Ciò che avverrà nel 2022 non sarà figlio di decisioni di qualche boiardo di Stato ma vedrà riaffermarsi il primato della politica. Esattamente come nel 2021 … leggi tutto