di Marina Amaduzzi
La dg del Sant’Orsola Gibertoni:
«Dispiace vedere queste risorse impiegate così, forse dovremmo iniziare a chiedere un conto virtuale…»
Fra i pazienti non vaccinati ricoverati in terapia intensiva per Covid al Sant’Orsola ce ne sono tre per i quali anche essere intubati non è stato sufficiente. Per loro è stato necessario il collegamento ai macchinari Ecmo, una sorta di dialisi polmonare, per ossigenare il sangue all’esterno del corpo dal momento che i loro polmoni non sono più in grado di farlo a causa delle complicanze causate dal virus.
L’identikit dei pazienti
«Si tratta di tre persone tra i 50 e i 60 anni, non vaccinati, colpite da una forma molto severa di polmonite causata dal Covid — spiega la direttrice generale del policlinico Chiara Gibertoni —. Per effetto dell’infezione, i polmoni non riescono più scambiare l’ossigeno con l’anidride carbonica nel sangue, perchè gli alveoli sono intasati e si sono di fatto vetrificati».
I tre pazienti sono collegati da 10 giorni alle macchine e «uno di loro, nel frattempo, si è anche negativizzato», sottolinea la direttrice. Questa terapia nata ai tempi dell’influenza suina H1N1, per la quale il Sant’Orsola era uno dei centri di riferimento, «può durare anche uno o due mesi, dopodiché se i pazienti non guariscono può essere necessario un trapianto di polmone, che per Covid non è ancora stato eseguito al Sant’Orsola, oppure nel caso peggiore si arriva alla morte».
La malattia, non trovando alcun ostacolo dal vaccino, ha seguito la solita evoluzione: una polmonite diventata sempre più severa, al punto da portare i medici a trasferire i tre pazienti dalla terapia intensiva Covid del padiglione 25 a quella del padiglione Cardio-toraco vascolare per il collegamento con i macchinari Ecmo. Con tutto ciò che comporta, anche in termini di spesa.
La procedura di Ecmo
Un paziente in Ecmo richiede infatti la presenza costante sulle 24 ore di un infermiere, quindi si alternano sei operatori in base ai turni su ognuno dei tre pazienti, a cui si aggiunge un cardio-anestesista per controllare la situazione. In precedenza al Sant’Orsola c’erano già stati quattro pazienti collegati ai macchinari Ecmo, spiega Gibertoni, «nel picco della pandemia a marzo quando c’erano ben più ricoverati di adesso».
«Dispiace vedere usare queste risorse in un Paese che garantisce la vaccinazione gratis a tutti — sottolinea ancora la direttrice generale —, un paziente Covid in terapia intensiva costa al servizio sanitario oltre 3mila euro al giorno, con la Ecmo si può arrivare anche a 8mila euro al giorno» … leggi tutto