Eric Zemmour: “creatura” mediatica di estrema destra, condannato per incitamento all’odio razziale e religioso e ora candidato alle presidenziali francesi 2022 (valigiablu.it)

di Filippo Ortona

Il selfie è implacabile. Seduto sul bordo del 
palco di una sala di Nizza, alla fine di un 
meeting, 

Eric Zemmour è letteralmente circondato da telecamere, microfoni, luci, registratori e telefonini. Sembra conversare amabilmente con l’orda di giornalisti che lo attornia, appare del tutto a suo agio, in controllo della situazione. Lo scatto è del 17 settembre scorso: all’epoca, Zemmour non era ancora ufficialmente candidato, eppure, già da mesi, non si faceva che parlare di lui.

Postando la foto su Twitter, il profilo ufficiale di Zemmour recitava, a mo’ di didascalia: “I miei amici giornalisti”, seguito da un ironico smiley con l’aureola.

Eric Zemmour sa come prenderlo, il circo mediatico. Ne ha fatto parte per decenni, prima a Le Figaro, poi in quanto polemista professionista sui talk show in prima serata, dapprima a France2, poi nello studio di Cnews, il canale all-news che il New York Times ha definito “Fox News alla francese”, proprietà dell’industriale Vincent Bolloré (che possiede, tra le altre cose, Canal+, Paris Match e la radio Europe1).

Il suo curriculum finisce qui – Zemmour non ha mai ricoperto cariche istituzionali di alcun tipo, non ha un partito né esperienza politica di sorta. Ciononostante, sino a oggi, ha goduto di una copertura mediatica che rasenta l’ossessione, costantemente al centro di ogni dibattito sulle elezioni presidenziali francesi che si terranno nel 2022.

La prima pietra è stata gettata da L’Express, uno dei settimanali più conosciuti del paese, che a febbraio ha dedicato una “inchiesta” in ben tre parti sulla possibile – e all’epoca imprevedibile – candidatura dell’ex-polemista d’estrema destra. “La tentazione presidenziale”, titolava il settimanale, tra lo sconcerto generale.

Poi sono arrivati i primi sondaggi, i lanci di agenzia, i “retroscena” a cascata: la proverbiale palla di neve era divenuta, nel giro di un’estate, la valanga Zemmour.

Secondo uno studio del Journal du Dimanche, al 30 ottobre il polemista di estrema destra era “citato in più di 14 000 articoli nella stampa francese, più di ogni altro candidato”. Tra il 7 settembre e l’8 ottobre, secondo Libération, Eric Zemmour è stato citato 432 volte dal profilo Twitter della più importante rete all-news francese, BFMTV, “molto, molto avanti agli altri candidati” – soprattutto Marine Le Pen, seconda in questa speciale classifica con “sole” 147 menzioni.

Un’inquietante tendenza che accomuna tutte le reti all-news, compresa FranceInfo, la rete pubblica… e la stessa Libération … leggi tutto

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