Boschi: “Da D’Alema frasi infelici. Chi vuole Draghi al Colle punta al voto anticipato”

Estratto dell'intervista di Alessandro Di Matteo, 
"la Stampa", 4 gennaio 2022.

Chi vuole eleggere Mario Draghi al Quirinale punta ad andare a elezioni a giugno, Maria Elena Boschi ne è convinta. «Meloni, Conte e Letta vogliono il voto». L’attuale premier sarebbe un «ottimo presidente», chiarisce, ma «andare a votare nel 2022 sarebbe un errore» e il governo senza Draghi «sarebbe meno forte».

Parte la convocazione dei grandi elettori per il Quirinale. I partiti però sembrano completamente impantanati, e non pare la solita pretattica. La situazione può sfuggire di mano?
«Chi ha esperienza di elezione per il Quirinale sa che i giochi si fanno nell’ultima settimana. Nei giorni precedenti l’elezione di Mattarella, il governo approvò l’abolizione dell’Imu, la storica riforma delle popolari, il “Jobs act”. Non sprechiamo questo tempo».

Draghi ha detto che se la maggioranza si spacca sul Colle è difficile immaginare che poi il governo vada avanti. Siete ancora convinti che il presidente possa essere eletto da una maggioranza diversa?
«È la Costituzione che prescrive due quorum diversi. Fisiologico dunque che possano esservi maggioranze diverse. Ma l’auspicio di Draghi della più ampia condivisione è senz’altro da raccogliere».

La sensazione è che buona parte della politica voglia liberarsi della “tutela” dell’ex presidente della Bce…
«No. La sensazione è che molti vorrebbero correre alle urne: la Meloni, Conte, Letta vogliono il voto. Loro manderebbero Draghi al Colle solo per andare a votare a giugno di quest’anno».

D’Alema vi ha definiti una «malattia». Questo chiude definitivamente la possibilità di un’alleanza tra voi e il centrosinistra alle prossime elezioni?
«Per D’Alema aver fatto le unioni civili, un milione di posti di lavoro, Industria 4.0, portato il Pd a governare 17 Regioni e prendere il 40% è una malattia. Questa sua frase – infelice verso chi soffre perché malato sul serio – può essere un’opportunità per il Pd per capire se vogliono essere la casa dei riformisti o un club di massimalisti.

Si può stare con la piazza di Landini e pensare di rappresentare i riformisti? D’Alema va ringraziato. La sua consueta arroganza ha posto un tema vero: quale spazio per i riformisti nel Pd? E dalla risposta a questa domanda dipenderà anche il nostro sistema di alleanze. Intanto sono felice: tutte le volte che D’Alema ci insulta mi ricordo perché abbiamo fatto bene a creare Iv».

Chi lo desidera può leggere l’intervista completa su “la Stampa“.

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