di Jacopo Giliberto
Con un investimento da 1-1,5 miliardi di euro delle compagnie si potrebbe raddoppiare l’estrazione nell’arco di un paio d’anni
Ecco il piano per passare dalle parole ai fatti. I ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, hanno detto che bisognerebbe tornare a sfruttare i giacimenti italiani di metano al posto di aumentare l’import. Ecco come.
Con un investimento attorno a 1-1,5 miliardi da parte delle compagnie petrolifere, semplicemente aggiornando e potenziando i giacimenti di gas già attivi, in un paio d’anni potremmo raddoppiare l’estrazione da 3,5 a 7-8 miliardi di metri cubi l’anno, più del 10% dei 70 miliardi di metri cubi che ogni anno consuma l’Italia.
Non servirebbe alcun aborrito giacimento nuovo, né alcuna riapertura di quei giacimenti chiusi fra l’applauso collettivo dei comitati nimby: sarebbe invece sufficiente rimettere in sesto gli impianti attivi, ridare attivismo ai pozzi già attivi ma ormai spompati, risvegliare i giacimenti sfiatati.
L’attesa per il nuovo piano regolatore
Le compagnie sono pronte a giocare la partita con gli investimenti ma finché le leggi impediscono e le regole frenano nessuno si azzarda a rischiare un euro. Per dissipare euro a milionate sono sufficienti poche righe di ricorso al Tar, un parere non espresso alla conferenza dei servizi, il malumore di un politico che per conquistare consensi accende paure negli elettori.
Si attende che venga reso noto il Pitesai approvato dalla Conferenza Stato Regioni, che costituisce il «piano regolatore» per stabilire dove non si possono sfruttare le risorse del sottosuolo (non qui) e dove invece si può (da un’altra parte ma non qui).
«Alla manutenzione, l’Italia preferisce l’inaugurazione». Sono parole di Leo Longanesi (1905-1957), giornalista e scrittore romagnolo sotto la cui casa di Bagnacavallo (Ravenna) un mese e mezzo fa è stata inaugurata la trivellazione del grande giacimento di metano che si chiama appunto Longanesi, come lo scrittore sotto la cui casa c’è il gas. Fra poco la prima perforatrice arriverà allo strato profondo e il giacimento comincerà a soffiare fin alla superficie il suo contributo.
Dalla manutenzione dei giacimenti, 4 miliardi di metri cubi in più
L’avvio dei pozzi come il Longanesi è un caso rarissimo, ormai, perché l’Italia da anni sui suoi giacimenti non perfora, non cerca, non investe. I giacimenti non piacciono ai politici italiani, leggi e divieti la scoraggiano, eppure dalla sola manutenzione dei giacimenti oggi in attività potrebbero arrivare 4 miliardi di metri cubi in più che oggi invece importiamo a prezzo superbo da migliaia di chilometri … leggi tutto