Altro che Quirinale, la buona notizia è che Draghi ha ripreso in mano il governo (linkiesta.it)

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In conferenza stampa il presidente del Consiglio 
ha parlato dei contenuti del decreto, senza 
rispondere alle domande sul Colle. 

Dimostrando così che è meglio che rimanga alla guida di un esecutivo «che va avanti bene»

Le sedute psicanalitiche dei commentatori sulla conferenza stampa di Mario Draghi ieri hanno girato su un interrogativo che non si scioglie: è in campo per il Quirinale o vuole restare a palazzo Chigi?

Nella conferenza stampa di ieri i cronisti non hanno scalfito il muro eretto dal premier («Non risponderò a domande sul Quirinale», aveva esordito), che è invece restato al merito delle questioni, la vaccinazione, le scuole aperte, la ripresa.

La sensazione è che il presidente del Consiglio abbia voluto e saputo riacciuffare il bandolo di una matassa che si è ingarbugliata tra i problemi reali e la corsa al Quirinale (che, ormai è chiaro, significa la sorte del suo governo).

Niente, bisogna prendere atto che la situazione è di estrema delicatezza, e che per questo Draghi non dirà mai «non andrò al Colle» né il suo contrario, e in fondo poco importa cosa egli desideri veramente nel suo intimo.

Ma poi, come potrebbe dire – non solo lui, ma chiunque – «non voglio andare al Quirinale?» E se tutto il Parlamento te lo chiede, che fai?

Tuttavia, parliamo di un’ipotesi ormai poco realistica, e non solo perché i parlamentari sanno che con l’ex presidente della Banca Centrale Europea al Colle si va dritti al voto, ma anche perché non c’è una sola forza politica che è su questa linea. Anzi, ieri da Silvio Berlusconi è arrivato informalmente una cosa che assomiglia a un ricatto: con Draghi al Colle esco dal governo. Mentre ritorna con una certa forza l’ipotesi del Mattarella bis, una possibilità che risolverebbe tutti i problemi e che non a caso è tornata a girare nel Palazzo considerando tutte le difficoltà (ivi comprese quelle legate alle malattie dei Grandi elettori della situazione).

In ogni caso ieri una nuvoletta è stata spazzata via: il premier è al suo posto alla guida di un «governo che va avanti bene» perché «c’è voglia di lavorare insieme a soluzioni condivise», per cui la mediazione, e in certi casi la ricerca dell’unanimità, è indispensabile … leggi tutto

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