Preso atto del vespaio provocato dal testo sugli “zombetti”, ritengo opportuno fornire alcune precisazioni dal momento che le considerazioni ivi contenute mi pare siano state solo parzialmente intese e che il vero nocciolo della questione sia stato, con poche ma significative eccezioni, ignorato o eluso.
Partirei proprio dalla genesi del testo.
L’articolo deriva dal montaggio di una serie di aneddoti, riflessioni, considerazioni che ho raccolto nel triennio 2016-2019 in un anti-diario di scuola. In che senso “anti-diario”? Solitamente nel diario di scuola l’insegnante appunta gli argomenti delle lezioni, le interrogazioni, le difficoltà incontrate dagli allievi, i loro progressi. Più in generale, lo svolgimento delle attività didattiche e la riflessione su di esse.
Man mano che trascorrevano i mesi e poi gli anni io mi rendevo invece conto che, nonostante gli sforzi spropositati e disperati portati avanti da me e dai miei colleghi nel tentativo spesso vano di fare lezione, andavo accumulando in massima parte tutta una serie di episodi surreali e grotteschi che avvenivano tra le mura scolastiche, oscillanti tra il tragico e il comico a seconda del punto di osservazione, oltre alla registrazione del puntuale e disarmante naufragio di qualsiasi strategia, metodologia, attività, proposta didattica … leggi tutto