La porticina è al piano terra di un austero edificio dall’intonaco rosso, incorniciata da una pianta rampicante.
All’interno una pedana scende con una lieve pendenza in un sottoscala e conduce in un corridoio che sfocia in un angolo dove un divano è illuminato dalla luce filtrata da un abat-jour. Da qui parte un altro corridoio con un soffitto a volta dove corrono delle tubature. Lungo una parete del sotterraneo ecco i primi faldoni dell’archivio.
Alba Pugliese, 78 anni, insegnante di lettere in pensione, si ferma, li accarezza con lo sguardo, poi con una mano. “Sono più di 1.300”, racconta, “erano imballati in tanti scatoloni. Li abbiamo tirati fuori uno per volta, erano impolverati e molte etichette illeggibili … leggi tutto