PD Bologna, il regime rosa 12.03.2022 (diario.world)

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Aiutare gli “amici”, la vicenda Labas

di Carlo Terrosi

Come noto alla fine del 2019 il Comune di Bologna 
assegna per 8 anni i 2.300 metri quadri di edificio 
storico del 1500 di Vicolo Bolognetti, già sede del 
Quartiere San Vitale e della biblioteca Ruffilli, 
al Centro Sociale Labas. 
Una decisione sbagliata, sotto vari punti di vista. Di quegli spazi aveva bisogno il Quartiere, per i servizi sociali e altre attività: e inutilmente il Quartiere li chiede, con un ordine del giorno approvato all’unanimità che resta disatteso dal Comune. In quegli spazi vi era la “Sala del Silenzio”, usata da tantissime associazioni che ora se la vedono preclusa, destinata a esclusivo uso di Labas.
Una decisione che rende la toppa peggiore del buco. Se infatti tu Comune volevi dare una risposta ai Centri Sociali, sarebbe stato bene che avessi pianificato i tuoi interventi, censendo gli spazi (tanti) inutilizzati e sottoutilizzati, da rigenerare, in cui ospitare eventualmente attività autogestite. Ma non andandole a mettere in un edificio del 1500, in quel centro storico e monumentale della città su cui peraltro non sai esprimere una chiara politica di valorizzazione, e ti dibatti da anni nelle polemiche ritornanti sul “degrado”. E non puoi nemmeno delegare totalmente ai “centri sociali” le tue politiche giovanili, il tuo non creare Centri pubblici di aggregazione per i giovani e gli universitari di Bologna.
La decisione di mettere Labas in Vicolo Bolognetti denota la mancanza, da parte dell’Amministrazione comunale, di una seria politica sugli spazi, di una seria politica per i giovani, di una visione e di un progetto per la zona universitaria.
Ripeto: uno spazio si può anche concedere a percorsi di autogestione. Ma perché allora ad uno si (Labas), e a un altro no(XM-24)? Forse perché con uno dei due si stavano gettando le fondamenta delle nuove alleanze elettorali che hanno portato Coalizione Civica in maggioranza?
Uno spazio si può dare. Ma a patto che sia la prima tappa di un percorso di crescita, di strutturazione. Quando si gestiscono bar, ristorazione, spettacoli, ballo, concerti, bisogna che si inizino ad affrontare i nodi del lavoro, della sicurezza sul lavoro, delle tasse. Il Comune di Bologna ha sottoscritto protocolli con le Organizzazioni Sindacali che impongono sempre e ovunque il rispetto e l’applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. E’ accettabile che in uno spazio dato in concessione dal Comune non ci sia nessun assunto in regola? che vengano ignorate le norme sulla sicurezza sul lavoro, con grave pregiudizio anche per la sicurezza del pubblico? che in nome della “birra antagonista” sia lecito vendere tutto in nero?
Qualche giorno fa un articolo ha messo in luce che Labas ha 36.000 euro di bollette arretrate non pagate al Comune di Bologna. La cifra mi sembra anche bassa, vista la dimensione degli spazi assegnati (2.300 metri quadri). E infatti “nel rendiconto del Comune si fa riferimento alle agevolazioni praticate”, evidentemente non solo sull’”affitto”(completamente scontato), ma anche sulle utenze. E ciò in deroga al Bando, che prevedeva:
Art. 6 Oneri, obblighi e doveri degli assegnatari Sono a carico degli assegnatari:
a) pagamento dell’eventuale canone annuo di concessione dell’immobile, a seconda di quanto descritto nel precedente Art. 5;
b) tutte le utenze (acqua, luce, riscaldamento, utenze telefoniche e telematiche), le imposte e le tasse (TARI), e conseguentemente tutti i rapporti per la gestione delle stesse, nonché altri tributi e/o tasse che dovessero essere istituite nel periodo di vigenza dell’assegnazione;
Il Comune dunque ha scontato sia affitto che bollette, ma Labas non paga neanche quel po’ che resta. Il Comune allora, a quel che si legge, non “intima”, ma “invita” a pagare, “magari in quattro rate”, con calma, “da qui all’estate”.
Ben diversa è l’ingiunzione che hanno ricevuto in questi giorni i Comitati e le associazioni che, avendo partecipato al Bando con un progetto diverso da Labas, e opponendo rilievi ai criteri usati nell’aggiudicazione, si erano appellate al TAR. Non si è neppure ancora tenuta l’udienza di merito (ebbene si, a distanza di quasi due anni il TAR di Bologna non si è ancora pronunciato su Vicolo Bolognetti in via definitiva), ma l’Avvocatura del Comune ha intimato a queste associazioni, che certo non nuotano nell’oro, di saldare 2.796 euro entro “trenta giorni”, precisando che “In caso di mancato tempestivo pagamento, la scrivente Avvocatura si vedrà costretta ad attivare la procedura di riscossione coattiva del credito tramite emissione di ingiunzione di pagamento”
Non c’è che dire…Hanno proprio ragione quelli che dicono che “Bologna è una regola”: ma questa “regola” troppo spesso è che quel che vale per gli amici non vale per te, e viceversa….

Fatti non foste a viver come Lep(o)re…

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