l Fatto Quotidiano è in lutto. Sebbene in queste ore il partito del suo direttore – i 5 Stelle – stia mietendo successi, con l’abolizione della prescrizione, con l’estensione delle intercettazioni, con un progetto di riforma del processo penale che assomiglia a un bicchiere d’acqua liscia.
È in lutto perché si è reso conto che a ingombrare la strada dello smantellamento dello Stato di diritto c’è un macigno: la Costituzione. E per di più c’è una Corte che ogni tanto si sveglia e pretende che sia rispettata. L’altro giorno ha emesso una sentenza, certo molto scontata, ma fastidiosissima. Ha escluso che le pene possano essere retroattive.
Rifacendosi non solo a principi stabiliti negli anni dell’illuminismo, e mai più rimessi i in discussione nei Paesi a democrazia moderna. Ma addirittura dando per buone alcune norme del diritto romano, stabilite circa 2000 anni prima della nascita di Marco Travaglio: “Nulla poena sine lege”. È lingua latina, di abbastanza facile traduzione … leggi tutto
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