Protezionismo alla serba: stop alle esportazioni in Europa di grano, farina, mais e olio (euronews.com)

di Nataša Jovanović (Euronews Serbia) – Edizione italiana: Cristiano Tassinari 

Protezionismo alla serba

A partire da questo giovedì 10 marzo, il grano, la farina, il mais e l’olio della Serbia non saranno più esportati in altri paesi europei.

Secondo il presidente serbo Aleksandar Vučić (52 anni), l’obiettivo di questa decisione è proteggere il mercato interno.

Il prezzo del grano è salito bruscamente, così come le richieste di importazione del grano dalla Serbia.

“In un giorno abbiamo avuto una richiesta per un quarto delle nostre riserve totali”, spiega Vučić.
“La richiesta di cereali nella regione balcanica è enorme, i prezzi sono saliti alle stelle, tutti devono fornire pane alla loro popolazione. Ecco perché abbiamo preso questa decisione”.

La Serbia – considerato da molti il terzo “granaio d’Europa” dopo Ucraina e Georgia – esporta grano soprattutto verso i Paesi dei Balcani.

Paesi come l’Albania e la Bosnia-Erzegovina dipendono molto dalle importazioni di grano dalla Serbia e dall’Ungheria, ed entrambi i paesi hanno annunciato delle restrizioni nel loro export di settore.

Gli economisti avvertono: la decisione di vietare le esportazioni era attesa, può essere una scelta positiva nel breve, ma non nel lungo termine.

Commenta Aleksandar Vlahovic, presidente dell’Associazione degli Economisti della Serbia:
“Questa scelta non è insolita, molti Paesi hanno già reagito in modo simile. Quando si verificano tali perturbazioni internazionali, le borse sono chiuse, e le banche centrali reagiscono imponendo una moratoria su alcune banche che sono in pericolo. È necessario adottare queste misure a breve termine, ma – ripeto – danno risultati solo a breve termine”.

Un importante giornalista economico, Milan Chulibrk, afferma, viceversa, che una tale decisione non ha assolutamente senso, perché la Serbia produce quasi due milioni di tonnellate di grano, molto di più del fabbisogno per la propria popolazione.

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