L’indiano e l’inglese, la lezione di Tolstoj (corriere.it)

di Gian Antonio Stella
Mai come in questi giorni d’apocalisse,
bombardamenti, cadaveri riversi nelle strade, donne massacrate, vale la pena di rileggere quel brevissimo apologo
«Durante la guerra gli indiani avevano fatto prigioniero un giovane inglese: lo legarono a un albero, intenzionati a ucciderlo. Un vecchio indiano si avvicinò e disse: “Non lo uccidete, datelo a me”. E così i suoi compagni glielo lasciarono. Il vecchio indiano slegò l’inglese, lo condusse alla sua capanna, gli diede da mangiare e gli preparò un giaciglio per la notte.
La mattina dopo, l’indiano ordinò all’inglese di seguirlo. Camminarono per un pezzo, e quando furono vicini all’accampamento inglese, l’indiano disse: “I tuoi compagni hanno ucciso mio figlio, e io ti ho salvato la vita: tu torna pure dai tuoi, e continua a ucciderci”. L’inglese si meravigliò, e disse: “Perché ti prendi gioco di me? So che i miei compagni hanno ucciso tuo figlio: cosa aspetti dunque ad ammazzarmi?”.
Allora l’indiano disse: “Quando stavano per ucciderti, mi sono ricordato di mio figlio, e ho provato compassione per te. Non ti sto prendendo in giro: torna dai tuoi, e continua pure a ucciderci, se è questo ciò che vuoi!”. E l’indiano lasciò libero l’inglese».
Mai come in questi giorni d’apocalisse, bombardamenti, cadaveri riversi nelle strade, donne massacrate con il loro piccolo nel ventre, esodi biblici dall’inferno e odio, odio, odio, vale la pena di rileggere quel brevissimo apologo di Lev Tolstoj intitolato L’indiano e l’inglese e tratto da I quattro libri di lettura scritti dall’immenso autore di Guerra e pace.
Una raccolta, spiegò Ermanno Olmi nell’introduzione a una nuova edizione, «scritta a più mani, molte mani, in complicità fra un genio universale della letteratura», il conte Lev Nikolaevi Tolstoj appunto, che aveva messo su nella sua tenuta a Jasnaja Poljana la prima delle sue scuole, «e i piccoli scolari figli dei mužik, i contadini russi, da sempre analfabeti e che, ancora a quel tempo, fra il 1870 e il 1875, appartenevano corpo e anima al padrone, allo stesso modo degli animali» … leggi tutto

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