In Serbia si ricorda il 23esimo anniversario dell'inizio dei bombardamenti Nato, ordinati per fermare il conflitto in Kosovo.
Una ferita aperta, la cui commemorazione è ancora più dolorosa perchè interviene durante la guerra in Ucraina.
Le celebrazioni commemorative sono state però anche l’occasione per centinaia di militanti di estrema destra di scendere nelle piazze per manifestare il loro sostegno a Putin e alla guerra in Ucraina. Manifestazioni che si sono già osservate nel Paese balcanico in queste ultime settimane di guerra. Più di vent’anni dopo la fine del conflitto nei Balcani, l’opinione pubblica serba è ancora spaccata tra la volontà di aderire totalmente al blocco europeo e atlantista e lo storico rapporto con la Russia.
La Serbia è tuttora candidata ad entrare nell’Unione europea. Ufficialmente, Belgrado ha dichiarato di rispettare la sovranità di Kiev, rifiutando però di condannare esplicitamente le azioni di Mosca e di imporre sanzioni sul modello di molti Stati occidentali.
Una presa di posizione difficile per Belgrado, anche perchè la Serbia è legata a doppio filo alla Russia, da un punto di vista storico, culturale ma anche economico. La Serbia è anche l’hub più vicino all’Europa a proporre ancora voli verso Mosca e San Pietroburgo, dopo la chiusura dello spazio aereo europeo. I voli proposti da Air Serbia verso destinazioni russe sono stati vittima di ripetuti falsi allarmi bomba nelle ultime settimane.