DA DONETSK A VERONA
Parla il referente di Donetsk in Italia, il veronese Palmarino Zoccatelli: “In Italia l’apologia al fascismo è reato. E poi mandiamo armi ai neonazisti ucraini”. Dall’indipendentismo veneto ai rapporti col Carroccio, dalle ambasciate in Ucraina alla cospirazione dell’occidente: dentro il mondo di chi sta con Putin
ngredienti per un Donbas indipendente. Presenta Palmarino Zoccatelli, presidente dell’associazione Veneto-Russia e responsabile dell’ufficio territoriale a Verona della Repubblica Popolare di Donetsk.
Nel calderone c’è una buona dose di destra reazionaria: “Mentre noi buttiamo via elementi identitari e cristianità, Mosca li riscopre”. Della sinistra extraparlamentare: “In Italia l’apologia al fascismo è reato. E poi mandiamo armi ai neonazisti ucraini?”. Un tocco di Macron: “È nocivo per tutti dare a Putin del macellaio”. Grosse fette di Serenissima: “Contestano la legittimità del referendum in Crimea. Ma l’annessione del Veneto, anno 1866?”.
Dell’immancabile complottismo: “I media dominanti fomentano odio irrazionale contro tutto ciò che è russo”. E molta, moltissima Lega: “Soprattutto qui al nord. Savoini è mio amico, ma anche qualcuno del M5S”, che non si senta escluso.
“Due cose però: non chiedetemi se sono iscritto al Carroccio, perché non ve lo dico. E lasciamo perdere Salvini”. Paletto diplomatico? “Macché.
È un rinnegato! Dalla maglietta di Putin in Piazza Rossa all’atlantismo di circostanza. Ma si può?” … leggi tutto