«In famiglia abbiamo un appartamento di 200 metri quadri e abbiamo deciso di darlo a due famiglie ucraine.
Solo per fare le pratiche servono centinaia di euro di bolli
Franco Masiello, l’imprenditore veneto che trent’anni fa promosse la «Città della Speranza» di Padova, la struttura nata grazie a offerte private senza un quattrino pubblico in appoggio all’ospedale universitario e via via cresciuta fino a dare vita alla Torre della Ricerca e a ospitare la banca dati italiana dei bambini malati di leucemia, ha una storia da raccontare: «In famiglia abbiamo un appartamento di 200 metri quadri e abbiamo deciso di darlo a due famiglie ucraine.
Una composta da una mamma e tre figli adolescenti, l’altra da una mamma e quattro bambini dai sette ai tredici anni. Non hanno nulla. Abbiamo avvertito l’anagrafe che sono residenti qui, abbiamo iscritti tutti i piccoli a scuola dove stanno cominciando a inserirsi, li abbiamo portati a fare la tessera sanitaria e il vaccino e stiamo dedicando loro tutto il tempo che ci vuole.
Tanto. A parte tutta una serie di spese di cui ci facciamo carico noi, dai vestiti al telefono, dagli zaini ai libri e così via, dobbiamo fare loro il permesso di soggiorno obbligatorio perché possano avere dal governo (chissà…) i sussidi di 300 euro ciascuna alle due mamme e 150 per ogni figlio. In pratica, quella con quattro bambini dovrebbe avere 900 euro.
Poco più di tanti single benedetti dal reddito di cittadinanza troppo spesso immeritato. Bene: per avere questo permesso di soggiorno dobbiamo portare in tribunale il certificato di nascita di ciascuno “tradotto da persona qualificata” che firmi poi davanti al cancelliere l’”asseverazione del documento” per consegnare infine tutto l’incartamento in questura coi documenti asseverati dove mettere due marche da bollo da 16 euro cadauna e aspettare il turno con sette ragazzini e due adulti.
Fatti i conti: 35 euro per ogni asseverazione che moltiplicati per nove fanno 305 euro più 18 marche da bollo da 16 euro (288) per un totale di 593 euro: sinceramente, è mai possibile che neanche di fronte ad una tragedia umanitaria di queste proporzioni i cittadini che generosamente si mettono a disposizione debbano pagare tutto questo?
Noi abbiamo la fortuna di essere benestanti e, maledicendo la burocrazia, teniamo duro: ma tutte le persone generose che si sono fatte avanti per offrire un alloggio a questi profughi in fuga da una guerra spaventosa possono essere trattate così?» Lo chiediamo anche noi: possono essere trattate così?