di Giulia Avataneo & Shona Murray Agenzie: ANS
Il movimento armato Hezbollah e il suo alleato sciita Amal, sostenuti dall'Iran, hanno perso la maggioranza nel parlamento libanese.
In base ai risultati definitivi delle elezioni diffusi dal governo lunedì, la coalizione si è fermata a 65 seggi rispetto ai 70 necessari. Hezbollah ha tenuto nelle sue roccaforti, ma la sconfitta si è registrata nel partito del presidente cristiano maronita Michel Aoun, i cui voti sono andati ai filo-occidentali e filo-sauditi delle Forze libanesi.
Le elezioni sono state le prime dopo la rivolta del 2019 contro un’élite politica considerata corrotta e inefficace.
“Vedete falsificazioni in questi risultati? Abbiamo monitorato il processo elettorale in modo eccellente, i giudici hanno fatto il loro lavoro e noi non interferiamo nei risultati“, ha detto Bassam Mawlawi, ministro dell’Interno libanese, dopo aver annunciato l’esito del voto.
Dalla contestazione al parlamento
Un gruppo di 13 nuovi deputati indipendenti, riconducibili in vario modo ai movimenti di contestazione scesi in piazza nel 2020 e nel 2021, si è fatto in strada in parlamento. Ma il complicato sistema parlamentare e la mancanza di un vincitore chiaro attenuano le speranze di un vero cambiamento.
La missione di osservatori elettorali dell’Unione europea in Libano ha rilasciato una dichiarazione preliminare sul processo elettorale, piuttosto critica, affermando che c’è stata una diffusa compravendita di voti in cambio di denaro.
Le critiche dell’Ue
Alcuni partiti hanno dato agli elettori beni come generatori elettrici e carburante in cambio di voti e questo in un momento in cui i libanesi stanno soffrendo la peggiore crisi economica degli ultimi anni.
Quasi il 77% della popolazione è al di sotto della soglia di povertà. Sono stati segnalati anche casi di intimidazione degli elettori nei seggi, dove i funzionari dei partiti accompagnavano gli elettori in modo da potersi assicurare il voto. Ci sono state sacche di violenza, anche se localizzate, e ostacoli per alcuni candidati, in particolare per le donne.
Si tratta quindi di una valutazione piuttosto negativa sul voto. L’Unione sostiene che le elezioni siano state un bene date le condizioni del Libano, ma che si siano svolte molto al di sotto degli standard internazionali.