Afghanistan, le ong: “I corridoi umanitari per l’Italia non sono mai partiti” (dire.it)

di Alessandra Fabbretti

La responsabile migrazioni per Arci nazionale 
Valentina Itri: 

“Pur di far partire le persone abbiamo acconsentito a farci carico dei voli”

“Purtroppo ad oggi nessun afghano dei 1.200 che il governo italiano aveva promesso di portare in sicurezza nel nostro Paese con i corridoi umanitari è stato messo in salvo in Italia.

La firma del protocollo con le associazioni, tra le quali la nostra, risale al 4 novembre scorso”. Valentina Itri è responsabile migrazioni per Arci nazionale, una delle organizzazioni (tra cui Cei, Sant’Egidio, Federazione chiese evangeliche ‘Fcei’, Tavola Valdese, Inmp, Iom e Unhcr) con cui sei mesi fa la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in una cerimonia al Viminale, alla presenza di rappresentanti del ministero degli Affari esteri, ha siglato l’accordo per far arrivare nel nostro Paese gli afghani rifugiati in Pakistan e Iran, fuggiti perché esposti al rischio di subire violenze e ritorsioni da parte del governo dei talebani salito al potere nell’agosto precedente, dopo che i contingenti Nato avevano lasciato il paese.

AFGHANISTAN, ATTENZIONE SCEMATA PER LA GUERRA IN UCRAINA

L’agenzia Dire ha intervistato Itri a margine del panel ‘Vie d’accesso legali e sicure: la crisi ucraina e quella afghana, due pesi e due misure’, organizzato da ‘Sabir – Festival diffuso delle culture mediterranee’. Nell’edizione di quest’anno a Matera, gli organizzatori del Festival hanno deciso di dedicare un focus speciale alla crisi afghana che, insieme a quella ucraina, ha dominato l’attenzione dei politici e dei media occidentali.

Un’attenzione che però, come avverte Itri, per quanto riguarda l’Afghanistan è scemata sia nella politica che sui giornali poiché oscurata dall’emergenza dei profughi ucraini. Al punto che dopo sei mesi dall’annuncio, nessuna delle 1.200 persone a cui il governo Draghi aveva promesso di far arrivare in aereo in Italia sono ancora partite, e la previsione più prossima “è per metà giugno”. Una situazione “paradossale”, dal momento che in meno di tre mesi l’Italia ha già accolto 120mila rifugiati ucraini, una cifra dieci volte superiore. Questo anche grazie all’attivazione da parte degli Stati UE della Direttiva europea sulla protezione temporanea per chi fugge dai conflitti, un fatto “assolutamente positivo”, dice Itri, “ma l’avevamo invocata sia per gli afghani che per i siriani, senza successo”.

ONG PRONTE A FARSI CARICO DEL COSTO DEI VOLI

Nei giorni scorsi, continua Itri, “pur di far partire le persone abbiamo accettato di siglare un addendum in cui abbiamo acconsentito a farci carico del costo dei voli“, una spesa che il ministero dell’Interno aveva inizialmente assicurato di coprire. Le ong già si erano impegnate a finanziare l’accoglienza dei rifugiati in Italia, garantendo percorsi di integrazione.

E il principale ostacolo, dice Itri, “sarebbe la mancanza da parte delle ambasciate d’Italia in Iran e Pakistan della macchinetta per le impronte digitali”, indispensabile per la registrazione dei rifugiati afghani, ma “una beffa” per le organizzazioni, disposte persino a pagare di tasca propria acquisto e spedizione … leggi tutto

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