La Russia potrebbe aver già perso un quarto dei suoi carri armati disponibili,
modelli T-72, T-80 o T-90, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, una cifra “colossale”, secondo gli esperti militari.
Questa è una delle tante domande sollevate dal conflitto ucraino: perché i russi stanno perdendo così tanti veicoli corazzati, compresi i carri armati, nei combattimenti? Dall’inizio dell'”operazione speciale”, lanciata il 24 febbraio da Vladimir Putin, quasi settecento carri armati nei colori dell’ex Armata Rossa sono stati messi fuori pericolo, secondo il sito specializzato Oryx, che conta le perdite di ciascuna parte, sulla base di immagini trasmesse nei media o sui social network.
Una cifra “colossale”, secondo gli esperti militari. “Settecento carri armati rappresentano quasi l’intera flotta disponibile in Europa occidentale”, ha detto Léo Péria-Peigné, ricercatore presso l’Istituto francese di relazioni internazionali (IFRI). E ancora, il livello delle perdite è probabilmente sottostimato, poiché si basa solo su prove visive: l’esercito ucraino afferma di aver distrutto milletrecento carri armati e tremila veicoli corazzati russi, senza che sia possibile verificarlo.
Qualunque sia la cifra utilizzata, queste perdite rappresentano una parte significativa dell’arsenale russo. Secondo gli specialisti, Mosca aveva prima di invadere l’Ucraina circa tremila carri armati funzionanti, a cui va aggiunto uno stock di circa diecimila unità più o meno ben mantenute.
In altre parole, Vladimir Putin potrebbe aver già perso un quarto della sua flotta disponibile. “Ci aspettavamo perdite significative, ma non di tale livello”, ha ammesso una fonte militare francese … leggi tutto
(carrro armato T-90)