Cosa rispondono complottisti, negazionisti e filoputiniani assortiti?
Secondo voi arriveranno pentimenti e scuse, da parte di coloro che hanno negato il massacro di Bucha? Se lo è chiesto ieri Massimo Gramellini, ce lo chiediamo anche noi oggi. La risposta, purtroppo, è facile: niente pentimenti, nessuna scusa. L’onestà intellettuale dei negazionisti è inversamente proporzionale alla loro sfacciataggine. Davanti all’evidenza non si arrendono. Fanno finta di niente.
Sia chiaro: il dubbio, quando è ragionevole, è utile. Sfida il potere. E la pigrizia mentale, spesso più potente del potere. I dubbiosi dovrebbero però ammettere che, talvolta, la versione più accreditata è anche la più corretta. Ma non lo fanno. Questo squalifica il loro dubbio iniziale. Non contestavano in nome della ricerca della verità — cosa nobilissima.
Contestavano mossi da delusioni, frustrazioni, ansia di protagonismo, partigianeria spudorata. Social e programmi televisivi sono pieni di questi personaggi. Imperdonabili. E, infatti, non li perdoneremo. Speriamo solo di dimenticarli in fretta, com’è accaduto dopo la pandemia.
La guerra rende vulnerabili, ansiosi, rabbiosi, permalosi. Le reazioni sono spesso eccessive. Tutto questo va messo in conto, e deve spingere alla cautela e alla comprensione.
Quello che non si può comprendere, né accettare, è il rifiuto provocatorio dell’evidenza … leggi tutto