Eliseo in affanno
Il risultato del primo turno delle elezioni legislative consegna al leader di Ensemble un margine esiguo all’Assemblea Nazionale. Ma con pochi deputati di vantaggio sarà obbligato a cercare e contrattare voti sui singoli provvedimenti legislativi, soprattutto con i neo gollisti
Vittoria d’immagine e politica in Francia per l’estrema sinistra unita guidata da Jean Luc Mélenchon e affanno per Emmanuel Macron che rischia di non avere la maggioranza assoluta nella Assemblée Nationale. Il tutto, nel disinteresse radicale dei francesi che in netta maggioranza, 52,51%, non si sono recati a votare.
Questo il risultato del primo turno delle legislative che vede la Nupes di Jean Luc Mélenchon in testa col 26,10% seguita a ruota da Ensemble di Emmanuel Macron col 25,81%. Il tutto, con un piccolo, ma indicativo giallo statistico perché i risultati ufficiali del ministero degli Interni attribuiscono invece alla lista di Macron il primo posto ma sono contestati dalla lista di Mélenchon che sostiene, secondo l’insospettabile Le Monde a ragione, che nel computo le sono stati sottratti i voti ottenuti da due candidati che hanno riferimento alla Nupes.
Nei fatti, il dato politico centrale è che Emmanuel Macron è in affanno, perché le proiezioni sui seggi che può ottenere la sua lista al secondo turno vanno da 255 a 295 seggi, là dove la maggioranza assoluta è di 289 seggi. Dunque un margine esiguo e il concreto scenario più che possibile che vedrà il presidente obbligato a cercare e contrattare voti sui singoli provvedimenti legislativi soprattutto con i neo gollisti di Les Républicains, che hanno recuperato col 11,31% il disastro delle presidenziali (4,78%) e che dovrebbero ottenere al secondo turno tra i 50 e gli 80 seggi.
Se questo accadrà, ma non è detto che accada, Macron sarebbe il primo presidente dalla riforma elettorale del 2003 a non ottenere il controllo del Parlamento e soprattutto, nella sostanza, dovrà compiere una virata politica a destra.
Dunque, è possibile, anche se non certo, un indebolimento sostanziale della presidenza di Emmanuel Macron forse impedito di sviluppare il suo districarsi continuo tra destra e sinistra, con una netta prevalenza verso la sinistra, che ha caratterizzato il suo primo mandato (non a caso, due su tre dei suoi primi ministri provengono dal partito socialista e lui stesso è stato ministro del socialista presidente François Hollande).
Per contro è indubbio, e preoccupante per le sue conseguenze sul fronte interno ma anche europeo il grande risultato politico del populismo iper gauchiste di Jean Luc Mélenchon che è riuscito a piazzarsi al centro della scena politica francese su una piattaforma da far rabbrividire: uscita di fatto dall’Unione Europea, uscita netta dalla NATO, no alle armi all’Ucraina, antiamericanismo diffuso ed elogi sperticati a dittatori vari alla Hugo Chavez, non allineamento e altermondismo, non senza venature di antisemitismo propugnato da alcuni suoi candidati.
I risultati probabili dei ballottaggi non indicano per la Nupes di Jean Luc Mélenchon una possibile conquista della maggioranza dei seggi al secondo turno (le proiezioni statistiche gliene attribuiscono tra i 150 e i 190), ma questa non può però essere del tutto esclusa.
In un contesto di grande e crescente assenteismo il suo elettorato può essere più motivato e mobilitato di quello del presidente dal miraggio di una possibile vittoria storica e per di più una parte dell’elettorato della Le Pen, in odio a Macron, può favorire i suoi candidati nel ballottaggio (fenomeno già verificatosi in passato) … leggi tutto