di BIAGIO BOSSONE, MARIA ELENA CAMARDA, VINCENZO D’ALBERTI E GIUSEPPE MAZZOTTA
Per un più largo uso di energia rinnovabile mancano alcune condizioni essenziali:
dall’aumento della capacità di stoccaggio all’ammodernamento della rete. Se non vi si rimedia, la produzione da fonti non programmabili porta solo a sprechi e inefficienze.
Un ostacolo alle rinnovabili
La realizzazione dei necessari nuovi impianti di energia rinnovabile in Italia non trova ostacolo soltanto nella sussistenza di regole incerte e contraddittorie, come abbiamo mostrato in un nostro recente articolo.
Mancano altre condizioni essenziali, come l’aumento della capacità di stoccaggio e l’ammodernamento della rete, senza le quali la produzione di energia elettrica da fonti non programmabili genererebbe grandi sprechi e inefficienze.
I contenuti dell’articolo hanno trovato riscontro nell’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci sul tema delle energie rinnovabili, pubblicato sul Sole-24Ore di alcuni giorni fa, e nella successiva audizione parlamentare del Ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Entrambi hanno ribadito l’importanza di creare un’adeguata capacità di stoccaggio. Tale esigenza, peraltro, diventa maggiormente pressante quanto più si preveda un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabili.
Tabella 1 – Quote di produzione di energia da fonti rinnovabili
Più rinnovabili
Secondo le prime valutazioni dell’impatto del pacchetto Fit for 55 (FF55) dell’Ue realizzate da Rse, la quota di consumi finali da soddisfare con energie alternative (Tabella 1) dovrà aumentare al 36,7 per cento entro il 2030 (contro il 30 per cento previsto dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, Pniec); e le fonti rinnovabili non programmabili dovranno contribuire 145TWh di energia, contro i 115 previsti dal Pniec (Figura 1) … leggi tutto