Che si tratti di inconscio o di scelta volontaria resta comunque la totale assenza di autrici o di figure femminili protagoniste in tutte le tracce proposte nella prima prova per la maturità.
Se vi sia stata una scelta scientemente esercitata quest’ultima non meraviglierebbe. Quasi tutta la ministerialità governativa è pervasa da una forte svalorizzazione del ruolo delle donne, con i fatti e con la non evidenza delle stesse in ogni rappresentatività pubblica, fatti salvi alcuni episodi quasi sempre però imbarazzanti. Resterebbe una terza ipotesi, che però scarto per non incorrere nel vilipendio.
In questa prova tematica scolastica da sostenere emerge anche un altro aspetto interessante ed indicativo, teso a confermare sospetti di cui sopra: tutti gli uomini parlano di altri uomini.
Resta infine un ulteriore appunto. Quella Storia che l’attuale Ministro dell’istruzione – noto per sue straordinarie competenze culturali sui cento metri – ha deciso essere obsoleta nella carriera cognitiva studentesca, riemerge prepotentemente in svariate delle piste proposte per il tema da prescegliere nell’esame.
Questo è solo l’ultimo episodio di un balletto tragicomico che caratterizza ogni cambiamento di compagine governativa. Un appetibile terreno di caccia che abiura il senso e l’importanza di una continuità didattica. E sempre senza mai avvalersi di collegialità di confronti, pareri e proposte da parte di chi, ogni mattina, si trova davanti a quei banchi cercando di dare un senso (e contenuti) alla crescita di quelle ragazze e ragazzi.
Macché tocca quasi quasi rimpiangere i “bei” tempi dell’Egìda.