Sono passati 27 anni e non tutte le vittime del massacro di Srebrenica hanno trovato la pace di una sepoltura.
I resti di 50 persone, tra le 8.000 giustiziate dalle truppe serbo-bosniache nel 1995, sono stati deposti nel cimitero commemorativo.
Una donna di Srebrenica, seppellisce oggi, dopo tutto questo tempo, i corpi di marito e fratello:
“Abbiamo trovato i corpi incompleti 5 anni fa, abbiamo aspettato di trovarne altri ma non è successo, così abbiamo deciso di seppellire quelli che abbiamo. Ho anche un altro fratello che non è mai stato trovato, e un altro seppellito in precedenza”.
Migliaia di persone, politici e leader religiosi hanno partecipato alla cerimonia di anniversario del massacro con gesti dal grande valore simbolico.
A Mostar, una delle città più colpite durante la guerra, sono stati gettati fiori nel Neretva dal Ponte Vecchio ricostruito. E poi il tuffo, nel fiume, seguito da un commuovente silenzio.
“È un ricordo triste , ma lo clebriamo con quel salto senza applausi ogni anno e spero, ovviamente , che il ricordo resti vivo”.
I Paesi Bassi, i cui caschi blu non sono stati in grado di proteggere la popolazione di Srebrenica, hanno offerto lunedì le loro “più profonde scuse” alle famiglie delle vittime del genocidio.
Da Bruxelles arriva un parallelismo per ricordare che l’Europa ha fallito allora e che “dopo gli omicidi di massa e i crimini di guerra che vediamo in Ucraina è più che mai doversoso ricordare il genocidio di Srebrenica come parte della nostra storia comune europea”.
(Diritti d’autore AFP) –