FARMACIE E INTERESSI IN GIOCO
di Giovanni De Plato
Le farmacie comunali di Bologna raggruppate nell’AFM spa stanno cambiando proprietà e con essa potrebbero cambiare anche ruolo e finalità.
La società proprietaria è (era) il Comune di Bologna e altri quattro Comuni della provincia che hanno deciso di vendere a un gruppo internazionale operante nel settore. Vale ricordare che la società dei Comuni è stata costituita nel 1997 e nell’ultimo triennio di attività 2017-2020 ha chiuso il bilancio con un buon attivo, garantendo un servizio di qualità, decentrato nei territori.
Le farmacie comunali fin dalle loro origini si sono sempre qualificate come presidio sanitario di prossimità, un servizio molto apprezzato dalle persone con problemi di mobilità. Nonostante la convenienza economica e la necessità di dotare le periferie e le comunità dei servizi sanitari e sociali di vicinanza, sembra che il Consiglio comunale abbia deliberato l’alienazione dell’AFM spa al termine del 2022.
La dismissione della partecipata, se ha un discutibile vantaggio economico per i Comuni proprietari, ha lo svantaggio di mettere in crisi l’intera rete territoriale cittadina e provinciale delle farmacie. Facendo il confronto tra i vantaggi economici e gli svantaggi sociali, si può dire che si tratta, di fatto, di una svendita del servizio pubblico a beneficio dei grossi gruppi privati interessati al business nella sanità. Che cosa singnifica questo completo ritirarsi del pubblico dalle sue funzioni istituzionali di tutela della salute dei cittadini?
Vuole dire lasciare libero il campo a interessi puramente di profitto. Questo passaggio di proprietà è favorito dalla legge nazionale in materia di mercato e concorrenza varata dal governo di Paolo Gentiloni nel 2018. La legge del libero mercato non ha apportato alcun miglioramento al servizio pubblico (i comuni) e privato (i farmacisti) delle farmacie italiane, anzi ha permesso l’invasione delle multinazionali straniere nella distribuzione e fornitura non solo dei medicinali ma di tutti quei prodotti e strumenti che fanno della salute un investimento ad alti profitti.
Sono arrivate così in Italia le Farmacie Boots, quelle del Dr Max, a Bologna della Lloyds Farmacia e dell’Admenta Italia affiliata alla Mc Kesson Corporation, multinazionale americana. Quest’ultima oltre ad acquisire le farmacie municipalizzate di Bologna, gestisce quasi trecento farmacie sul resto del territorio del nostro paese.
Il problema più grave della svendita delle farmacie comunali e dei farmacisti dipendenti, sta nell’aver sottovalutato il rivoluzionamento del ruolo e delle funzioni del mercato delle farmacie e delle parafarmacie. Di certo la farmacia tradizionale è destinata a scomparire, non sarà più un presidio sanitario territoriale al servizio della comunità. Diventerà una farmacia supermercato di prodotti non solo farmaceutici ma di sottoprodotti illusori di ogni tipo di «cura» (bellezza, performance fisica, ringiovanimento e molto altro).
È questa la nuova sanità del ministro della Salute Roberto Speranza, del presidente della Regione Stefano Bonaccini e del sindaco di Bologna, Matteo Lepore?
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