Il tribunale di Verbania: innocente perché "non è provato che fosse consapevole dell'irregolarità"
Per due volte, tra il 2019 e il 2020, è stata baciata dalla dea bendata: due puntate al lotto centrando combinazioni vincenti che le hanno fruttato complessivamente oltre 57mila euro regolarmente incassati tramite il sistema dell’agenzia delle Dogane e dei monopoli, che tracciano le vincite superiori ai 10mila euro.
Ma la legge parla chiaro: l’omessa comunicazione delle variazioni di reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari o da vincite al gioco, è idonea alla revoca o alla riduzione del reddito di cittadinanza. Questo è quanto è emerso dalla sentenza del 24 settembre 2021 – 15 febbraio 2022, numero 5309 della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione.
Nonostante l’improvviso aumento del proprio patrimonio la signora, tuttavia, una 54enne di Verbania ha presentato per due volte (a inizio 2020 e, dodici mesi piu’ tardi) la Dsu, la documentazione attestante la propria situazione economica affinche’ le fosse erogato – come poi avvenne – il reddito di cittadinanza.
Un sussidio al quale non aveva pero’ diritto. A scoprirlo e’ stata la Guardia di finanza, che ha indagato sulla segnalazione partita dalle Dogane e ha trasmesso il fascicolo alla Procura della Repubblica.
Processata in tribunale a Verbania per questa vicenda la donna e’ stata assolta per insufficienza di prove, perché non è emersa con chiarezza la consapevolezza di aver presentato Dsu non veritiere, e perché non è stato nemmeno accertato se le somme della prestazione sociale fossero state spese da lei, dal momento che la carta su cui veniva accreditato il reddito di cittadinanza era anche nella disponibilita’ del suo compagno.