La strada senza uscita di Conte, prigioniero della sua mediocrità politica (linkiesta.it)

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Giù dalla giostra

L’avvocato di Volturara Appula non riesce a tenere le redini del suo partito che in massa rischia di abbandonarlo al suo destino, sostenendo il governo Draghi. O si arrende e vota la fiducia o va all’opposizione ma senza alcun credito

Un uomo di quasi 58 anni – li compirà tra qualche giorno – avvocato e politico per caso sta tenendo in ostaggio il governo italiano, le Camere, persino il Quirinale contro il mondo libero, la maggior parte del Parlamento, vastissime aree della società italiana, sindaci, giornali, imprenditori. Barricato come Jean Gabin in Alba tragica in due palazzi vicinissimi tra loro nel pieno centro della Roma del potere, l’uomo è circondato, e proprio per questo rischia di diventare un pericolo pubblico.

La situazione è in evoluzione, di certo non potrà andare avanti: mercoledì o la va o la spacca, probabilmente ci si conterà e il politico per caso perderà. Tutto il mondo politico lo schifa, ormai, tranne i soliti ammaccati aficionados che si autodefiniscono di sinistra, scambiando la missione della sinistra con il solito casino antistituzionale in nome – ça va sans dire – delle ragioni dei lavoratori (e pazienza se salterà il Pnrr, si farà una bella manifestazione con Landini e Bombardieri).

Anche se Mario Draghi andrà avanti, si avvicina il momento in cui il Partito democratico, principale responsabile del lungo corteggiamento dell’uomo in queste ore barricato, dovrà dire da che parte sta.

E intanto l’avvocato e politico per caso si vede sbalzato dalle comode poltrone del potere sulle quali lo avevano issato i populisti e i loro amici dopo aver carpito il voto di tanti italiani convinti da un Mangiafuoco genovese che loro avrebbero cambiato l’Italia, antica promessa di demagoghi e dei qualunquisti.

Ma ecco che a un certo punto, inevitabilmente, la storia ha girato e non è bastato un Ciampolillo a salvare quest’uomo sempre più privo di idee – quelle poche che aveva le aveva tutte gettate nella palude fangosa del potere, sapete quelle fosse d’acqua stagnante dove nei film americani i gangster gettano i cadaveri.

Al presidente del Consiglio Mario Draghi mezzo mondo chiede di continuare:  parliamo di Joe Biden, non Clemente Mastella. Mentre il nostro uomo, sudaticcio e afono, vede tanti dei suoi mandarlo a quel Paese, vedremo oggi quanti deputati lasceranno l’ex Movimento insieme al capogruppo Crippa.

L’uomo di Volturara Appula non sta tenendo il partito, com’era per tante ragioni (anche di emolumenti mensili) prevedibile, e gli hanno consigliato (Enrico Letta) di ripensarci e votare mercoledì anch’egli la fiducia dato che una marea di (ex) grillini farà così … leggi tutto

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