Le dimissioni di Mario Draghi in mezzo all’impennata dell’inflazione fanno precipitare l’Europa in tassi travagliati (liberation.fr)

di Anne-Sophie Lechevallier e Eric Jozsef, corrispondente a Roma

Crisi politica

La Banca centrale europea giovedì ha alzato i tassi di interesse per la prima volta in undici anni, quando il primo ministro italiano si è dimesso, ravvivando i timori sulla stabilità monetaria e politica dell’Europa.

Questo giovedì mattina è la seconda volta in una settimana che Mario Draghi sale al palazzo presidenziale del Quirinale. E la seconda volta presenta le sue dimissioni al capo dello Stato Sergio Mattarella. Questa volta, è definitivo. Il 14 luglio, dopo la defezione del Movimento Cinque Stelle (M5S), Mario Draghi aveva già annunciato la sua partenza.

Ma il presidente ha poi rinviato le sue dimissioni, rimandando il primo ministro in parlamento. Mercoledì sera, Draghi ha conquistato la fiducia dei parlamentari con una maggioranza molto piccola (133 voti). Ma ha anche capito che la partita si stava giocando dopo la decisione del partito di estrema destra lega e Forza Italia di astenersi, seguendo i Cinque Stelle.

Scivolata della lingua o un messaggio di orgoglio rivolto alle tre formazioni della sua maggioranza di unità nazionale che l’hanno lasciata andare? Quando è apparso poco dopo le 9:00 di giovedì davanti alla Camera dei deputati per annunciare di aver preso atto della fine del suo esperimento di governo, ha detto: “Andrò al Quirinale per comunicare la mia determinazione”.

Chiamato all’impresa nel febbraio 2021, nel bel mezzo della crisi sanitaria ed economica, l’ex banchiere centrale aveva accettato di prendere le redini del paese, ma a capo di una coalizione di unità nazionale, condizione necessaria secondo lui per avviare riforme e risanare il paese.

La sua partenza ha fatto ripiombare l’Italia nell’instabilità. La stampa italiana ha denunciato i giochi politici che hanno sconfitto un rispettato capo di governo all’estero e rassicurato gli ambienti economici.

“Gli italiani sono stati traditi”, titola La Repubblica, mentre La Stampa si indigna: “È un peccato! Non ci sono altre parole per definire come il governo Draghi è stato abbattuto”. Il capo dello Stato ha annunciato giovedì pomeriggio lo scioglimento del Parlamento, che porta a elezioni anticipate, probabilmente alla fine di settembre. Mario Draghi continuerà a gestire l’attualità fino alla nomina del suo successore.

La manovra della destra e dell’estrema destra

La crisi politica pone fine a una tregua di un anno e mezzo che ha permesso al governo Draghi di condurre un’efficace campagna vaccinale, intraprendere riforme e investimenti senza precedenti nella storia recente su questioni a lungo rinviate e riavviare la macchina economica. “L’anno scorso, l’economia è cresciuta del 6,6% e il rapporto tra debito pubblico e PIL è sceso del 4,5%”, ha detto Draghi.

Con un totale di 191 miliardi di euro, l’Italia dovrebbe essere il principale beneficiario del piano di ripresa post-pandemia dell’UE. A condizione che tutte le riforme siano adottate. La caduta di Mario Draghi rischia di ravvivare la diffidenza nei confronti della penisola. Un rischio che i tre partiti che hanno disertato hanno scelto di candidarsi per motivi politici ed elettorali.

Chiaramente, il M5S e il suo leader Giuseppe Conte, in caduta libera nei sondaggi, speravano di poter lasciare il governo e trovare dall’esterno una libertà di critica per riconnettersi con gli accenti di protesta che hanno reso il successo originale del partito anti-sistema.

Contava senza la manovra della destra e dell’estrema destra che portavano la palla al salto per sfilare a loro volta. Incoraggiati dagli ultimi sondaggi che promettono loro una vittoria alle elezioni con il partito post-fascista Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega hanno scelto di porre fine al governo Draghi che, secondo il Corriere della Sera“rappresentava la speranza di una nuova stagione, che possa per una volta renderci orgogliosi di essere italiani” .

Giovedì mattina, davanti ai fedeli deputati che gli hanno reso omaggio con una lunghissima ovazione, l’ex presidente della Bce, generalmente imperturbabile, non ha nascosto una certa emozione.

Dopo aver raccontato qualche giorno fa una piccola battuta su un paziente in attesa di un trapianto di cuore che preferirebbe il cuore di un vecchio banchiere centrale a quello di un 26enne perché “il cuore del banchiere centrale non è mai stato usato”, si è lasciato andare: “a volte i banchieri centrali usano il cuore”.

Francoforte, 14:45

A 1.236 chilometri da Roma a Francoforte, Christine Lagarde non lascia trasparire alcuna emozione. Ironia della sorte, proprio il giorno in cui mario Draghi si è dimesso, la francese, che gli è succeduta tre anni fa come presidente della Bce, annuncia una decisione certamente attesa ma storica. Per la prima volta in undici anni, il 21 luglio, i tassi chiave saranno aumentati.

In inglese, in una voce monocordo, Christine Lagarde specifica che l’aumento sarà di 50 punti base. Il tasso di interesse principale aumenterà quindi da zero a 0,5%. Un aumento modesto, ma ancora il doppio di quanto annunciato nella precedente riunione del Consiglio direttivo del 9 giugno. È finita l’era dei tassi negativi, della politica accomodante, detta non convenzionale, di cui il suo predecessore italiano era stato l’artefice per salvare la moneta unica.

La BCE sta facendo un primo passo verso “la via della normalizzazione”, come ha ripetuto Christine Lagarde. Sta cercando di ridurre l’inflazione e riportarla al suo obiettivo a medio termine del 2%. Per il momento è ben lungi da questo. Nell’area dell’euro, i prezzi si sono apprezzati di un ulteriore 8,6% a giugno su un anno.

Il ritorno dell’inflazione lo scorso anno, legato alla forte ripresa dell’economia globale dopo la fine dei lockdown, è stato inizialmente visto come un fenomeno temporaneo. Ma l’invasione russa dell’Ucraina a febbraio e le ripercussioni della guerra sui prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari hanno aumentato la pressione sui prezzi al consumo.

Sei mesi dopo, ci sono ancora molte incertezze. Da qui l’estrema cautela di Christine Lagarde che pesa ogni sua parola, sapendo che avranno conseguenze immediate sui mercati. L’inflazione rimarrà a “un livello elevato indesiderabile per qualche tempo”, ha previsto … leggi tutto

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