L’ANALISI
Giovanna Cosenza, semiologa ed esperta di comunicazione: «La campagna elettorale sarà breve ma si può cadere nella retorica. Ogni strategia ha i suoi pro e i contro»
Professoressa Giovanna Cosenza, da semiologa ed esperta di comunicazione politica come giudica la chiamata alle armi contro il rischio fascismo fatta dal sindaco Matteo Lepore? Può funzionare o rischia di avere l’effetto opposto sull’elettorato?
«Un po’ le due cose insieme. Per la brevità della campagna elettorale capisco la strategia, si fa appello con forza a tutti i simpatizzanti del centrosinistra che non sono convinti, storcono il naso o rischiano di frammentare il voto. È una strategia nota e già rodata, si costruisce un nemico estremista e si rappresenta un pericolo alle porte, così qualcuno invece di stare a casa si alza e va a votare. Anche se in linea generale questo tipo di strategie sono da evitare, andare così alla contrapposizione significa non avere un’agenda politica piena o non essere convinti di poter contare su una proposta interessante per l’elettorato».
A due mesi dal voto anticipato, in piena estate, le cose cambiano?
«Bisogna fare in fretta e furia, è più che comprensibile che arrivino richiami forti e identitari. Dovendo tutti correre sarà una campagna elettorale di basso livello. La gente è distratta dalle vacanze, impaurita dalla situazione internazionale. Gli elettori vengono da due anni di pandemia e non sanno ancora se sia finita, devono confrontarsi con questioni come la guerra in Ucraina e non sanno come andrà con il gas quando si riaccenderanno i riscaldamenti. Adesso vogliono distrarsi e pensare alle ferie. A fronte di tutto ciò, agitare gli avversari come fascisti dietro l’uscio di casa ha senso».
L’escalation dei toni è inevitabile da ambo le parti?
«Sarà una campagna elettorale fuori dalle righe per tutti. Come si fa a costruire una proposta articolata e ragionata in meno di due mesi? Ognuno deve tirar fuori quanto di buono ha già fatto e usare strategie per attirare l’attenzione di un elettorato stretto tra il caldo dell’estate e la sensazione di effimero che tutti abbiamo dopo due anni di ansia per la pandemia».
Il centrosinistra così non rischia di perdere i moderati o gli indecisi?
«Certamente, ogni strategia ha i pro e contro. C’è chi può considerare un richiamo del genere estremistico, retorico. Il problema c’è, si tratta di trovare un equilibrio tra esigenze diverse in una campagna la cui maggiore anomalia è un’elezione in fretta e furia con un’estate a 40 gradi … leggi tutto