Le frasi di ieri poco «progressiste» (corriere.it)

di Gian Antonio Stella
Conte: Salvini razzista? «Mai notato». 
«Viene descritto come razzista e xenofobo ma nei nostri dialoghi non ho mai raccolto elementi né di xenofobia né di razzismo»

Salvini razzista? «Mai notato». Al sedicente «progressista» Giuseppe Conte, il quale pare aspetti che i dem sbolliscano la rabbia per il Draghi-cidio e si rifacciano vivi, potrebbe non essere facile far digerire a quelli che progressisti (magari delusi, sconfitti, emarginati, divisi…) si sentono da sempre, certe cose incancellabili dette dall’ex premier grillino: «Con Salvini ci incontriamo spesso.

Viene descritto come razzista e xenofobo ma nei nostri dialoghi non ho mai raccolto elementi né di xenofobia né di razzismo. (…) Alcune frasi o dichiarazioni possono sembrare molto veementi (sic…), ma le politiche del governo sono in linea con gli standard europei».

Parlava del decreto sicurezza. Condiviso al punto di farsi una foto trionfante col Capitano reggendo entrambi il cartello: «#decretosalvini – sicurezza e immigrazione». Era il 24 settembre 2018. Tre anni e sul Corriere, voltata la casacca giallo-verde con quella giallo-rossa, sparava a zero: «I decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne.

L’eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire, con il risultato che migliaia sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell’Interno sui rimpatri e sull’immigrazione ha fallito».

Ma come: se quel decreto l’aveva varato lui sostenendo che «non scardina(va) affatto il quadro degli impegni internazionali e delle tutele dei diritti fondamentali» e che le forme di protezione umanitaria dovevano «essere marginali»! Cosa c’era, in quei decreti, di «progressista»?

Vi chiederete: ma chi glielo ha fatto fare oggi, a «Giuseppi», di autodefinirsi così? … leggi tutto

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