Un possibile colloquio tra i due leaderè difficile da immaginare,
ma fa pensare a un paese normale, dove non si vota per coalizioni finte pronte al dissolvimento prima ancora del coagulo ma per partiti veri, e chi vince vince perché persuade e rischia
Ihad a dream. Ho fatto un sogno. Più modesto di Martin Luther King, non riguarda l’integrazione razziale e l’eguaglianza degli esseri umani. Riguarda, figuratevi, la dis-integrazione di due alleanze innaturali, il centrodestra cosiddetto e il centrosinistra cosiddetto.
Sto parlando delle elezioni politiche di settembre, procedura democratica da rispettare sebbene ci si arrivi in circostanze grottesche e frettolose.
Dunque, qual è il problema?
Il problema è che Meloni e Letta, o di qua o di là, dovrebbero stipulare un altro e diverso patto del Nazareno o connubio: si incontrano e decidono bilateralmente, perché se lo facessero unilateralmente sarebbe un offrire il collo alla presa dell’avversario, che si presenteranno da soli all’uninominale, come suggerito dal senatore Petruccioli tempo fa, per fare una campagna sulla loro specifica identità programmatica e basta, chissenefrega delle alleanze combinatorie.