di Gabriella Grasso and Nalini Vidoolah Mootoosamy
Se c’è una battaglia che vale la pena combattere, oggi, è quella per la difesa della complessità. Semplificare, costringere in un sistema binario l’amplissimo numero di variabili che intervengono a disegnare la nostra realtà significa falsarla: per calcolo politico, comodità, ignoranza. Discorso che vale certamente per la migrazione, tema del nostro tempo e destinato a restarlo ancora a lungo.
Da una parte c’è chi vuole erigere muri, chiudere porti, tenere fuori dai confini lo straniero: i migranti sono considerati una minaccia per la stabilità sociale, l’identità nazionale, la tenuta del welfare e del mercato del lavoro. Dall’altra si trova chi, mosso da spirito umanitario (encomiabile, ma spesso approssimativo) costringe il migrante in un generico ruolo di vittima, profugo in fuga sempre e comunque da guerre e catastrofi naturali … leggi tutto